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Atalanta, Raimondi: "Occhio a Sgrigna, l'arma proibita del Toro"

di Raffaella Bon
Fonte: tuttoatalanta

ZINGONIA - Rieccolo abile e arruolato, dopo il turno di appiedamento deciso dal Giudice Sportivo per quel rosso discusso contro la Reggina. Cristian Raimondi, domenica sera, nel big match con il Torino sarà della partita. Con gli infortuni di Manfredini, Talamonti e Capelli, il dirottamento al centro di Peluso e il conseguente spostamento a sinistra di Bellini gli libereranno la sua zolla preferita di esterno basso.

Allora, ripartiamo dall'espulsione delle polemiche. Rode ancora?

"Due gialli che non c'erano: nel primo caso non ho proprio toccato l'avversario, nel secondo non sono riuscito ad evitare l'impatto senza far nulla per provocarlo. Mi dispiace solo di aver lasciato i miei compagni in dieci, ma non mi sento responsabile per una sanzione immeritata".

Com'è guardare la partita alla televisione?

"Se fossero tutte come quella contro il Sassuolo, non mi dispiacerebbe ripetere l'esperienza... Battute a parte, essere in campo è il massimo. L'Atalanta sta crescendo vistosamente, a Modena per almeno un tempo c'è stata una squadra sola".

Il Torino è il secondo grosso ostacolo sul vostro cammino dall'inizio della stagione. Un undici che rischia però di essere disturbato dalla vicissitudini societarie: il presidente Cairo, che vuole mollare, è costantemente nel mirino dei tifosi.

"Come organico siamo lì: come il Siena, è una concorrente diretta per la promozione e non a caso è stata inserita nella griglia delle favorite alla vigilia del campionato. In serie B non è facile con nessuno e per nessuno: ci attende un impegno ostico contro una squadra dal potenziale offensivo notevole. Sgrigna e Bianchi non sono clienti facili".

Conosci bene Sgrigna per averlo avuto come compagno al Vicenza. Che tipo di giocatore è?

"E' un bel tipo che parte dalla sinistra per convergere al centro tra battute di dribbling e tentativi di concludere, quindi dovrà incrociare i guantoni con me. Guai a lasciargli la prima mossa, può diventare letale. In questa categoria è ai vertici del suo ruolo".

Che partita sarà?

"Viste le caratteristiche delle contendenti, estremamente aperta. In casa noi abbiamo un'arma in più, il nostro pubblico. Ma esiste il solito problema: dovendo condurre le operazioni, rischiamo il contropiede avversario. Perché a Bergamo dall'altra parte del terreno di gioco troviamo avversari pronti al colpaccio, magari dopo aver resistito sulle barricate per novanta minuti".

Vi attende un trittico di impegni da leccarsi i baffi: mercoledì si va a Novara, quindi l'Ascoli.

"E' arrivato il momento delle conferme, perché un simile banco di prova, con tre gare in una sola settimana, per un'Atalanta ambiziosa non dovrebbe essere uno scoglio insormontabile. A parte gli acciacchi di qualcuno, la condizione è ottima. Possiamo fare risultato pieno".

Senza tutti quei titolari, nel pacchetto arretrato Troest si sta mettendo vistosamente in mostra. E' lui la sorpresa del calciomercato nerazzurro?

"Che Magnus sia una sorpresa può affermarlo solo chi non lo vede quotidianamente in allenamento. Ha solo 23 anni ma già la testa sulle spalle come un veterano: il suo rendimento in campionato è figlio della professionalità che ci mette nel lavoro di preparazione settimanale".

Di solito si chiude un'intervista chiedendo all'interessato un giudizio su se stesso e la squadra. Giunti alla settima giornata di serie B, è ora di tracciare qualche bilancio?

"E' presto per dire se siamo al massimo o no, il tempo ci darà le risposte. Secondo me raggiungeremo l'obiettivo senza troppi patemi d'animo, continuando a lavorare come stiamo facendo adesso. Riguardo a me stesso, posso solo dire che devo migliorare e tenermi un po' a freno: mi piace spingere, su quella fascia, ma a volte le circostanze richiederebbero di limitarsi a chiudere gli spazzi a doppia mandata".