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Cagliari, intervista on the road per Castro: "Il mio primo gol in Italia? Non capivo nulla di quel che mi diceva il mister"

di Claudio Colla

A lungo accostato a un possibile approdo al Toro tra 2016 e 2017, in quanto pallino di Sinisa Mihajlovic, la mezzala e trequartista argentino Lucas Nahuel Castro ha poi finito per lasciare il Chievo Verona la scorsa estate, seguendo il mentore Rolando Maran a Cagliari. Dopo un inizio di stagione in cui era riuscito a mostrare sprazzi della caratura tecnica di ottimo livello mostrata in terra scaligera, El Pata ha rimediato un infortunio al legamento crociato, nel corso di un allenamento, lo scorso 26 novembre 2018, che lo sta tenendo tuttora lontano dal terreno verde, e che con ogni probabilità gli impedirà di tornare in campo da qui al termine del campionato. Compiuti 30 anni appena due giorni fa, Castro si consola, dopo i festeggiamenti in famiglia, rilasciando a cagliaricalcio.com, sito ufficiale del club isolano, un'intervista "on the road" alla guida della sua Chevrolet Camaro del 1967: "Sì, la mattina del mio compleanno i miei bambini sono venuti nel letto con noi, a farmi gli auguri. Penso che il regalo più bello sia proprio quello, gli auguri dei miei figli. Da questi anni passati mi porto dietro tutto: il bagaglio di esperienza acquisito in ambito calcistico, sia dentro il campo che fuori, avendo conosciuto davvero tanta gente. L'esperienza, d'altra parte, è ciò che ti fa diventare uomo. Pensavo che questo lungo periodo da infortunato sarebbe stato più duro: mi hanno aiutato tanto i miei compagni di squadra, la famiglia, anche la musica. Proprio la musica mi ha permesso di non pensare troppo al calcio. Il rapporto con la mia terra? L'Argentina mi manca tanto. Però adesso, anche grazie ai social, puoi essere vicino alle persone che ami, anche se non abitano vicino a te. Quando sono arrivato in Italia, mister Maran mi faceva giocare tanto: io non conoscevo ancora l'idioma, ma gli rispondevo sempre sì, facendo finta di capire la domanda...una volta ha fatto uscire un difensore, e, non avendo capito cosa mi avesse detto, sono andato in giro per il campo a vuoto, senza sapere che fare. Proprio quella volta, mi è capitata l'occasione giusta, ed è arrivato il mio primo gol in Serie A. All'epoca (a Catania, stagione 2012/13, NdR), giocavo insieme al Papu Gomez, un personaggio che conoscete bene...mentre esultavamo, lui mi ha chiesto in che ruolo stessi giocando, e io gli ho confessato di non aver capito nulla delle indicazioni del mister. Lui allora mi ha detto che stavo andando lo stesso benissimo. Incrociare Simeone in amichevole? È stato bellissimo. Lui e Maran sono i due allenatori più importanti della mia carriera: Maran è quello che ho avuto per più tempo, mentre con Simeone ho lavorato soltanto un anno (al Racing Club di Avellanda, nel 2011, NdR), ma l'esperienza con lui mi ha segnato tantissimo. È un tecnico unico, per quel che sa tirar fuori da ogni singolo calciatore, e conosciamo tutti la grande carriera che ha fatto. Come mi trovo a Cagliari? Chi non starebbe bene qui? Una città meravigliosa, su un mare splendido, piena di gente calorosissima. Sì, Cagliari mi ricorda un po' l'Argentina: qui le persone sono molto accoglienti. Tutti sappiamo che il Nord Italia è un po' più freddo, e qui ho trovato quel calore che mi mancava da un po'. La squadra dei miei sogni? Come mister metto Maran...modulo 4-3-1-2: in porta Buffon, terzini Roberto Carlos e Cafù, centrali Maldini e Walter Samuel. Redondo davanti alla difesa, Iniesta, Riquelme trequartista, Maradona e Messi davanti...mi manca una mezzala, vero? Massì, mettiamo Castro. La musica per me è una passione da sempre: mio papà suonava la fisarmonica, a me comunque l'hanno trasmessa tanto anche gli amici. Avendo tanti amici che suonavano in band musicali, ho imparato a suonare la chitarra stando in mezzo a loro, e facendomi insegnare qualcosa. Ma ho imparato soprattutto da autodidatta, anche grazie a qualche tutorial da YouTube. A chi potrei insegnare a suonare la chitarra? Direi Pavo (Pavoletti, NdR). Lui è il DJ dello spogliatoio del Cagliari, e credo sia uno dei pochi con la propensione per la musica. Il mio disco? Abbiamo finito di registrare tutte le tracce, che saranno dieci, compresa 'Sole Estate', che già conoscete, e un'altra in italiano, che parla del mio infortunio. Le altre saranno tutte in spagnolo. Il gol a cui sono più affezionato? Il primo che ho segnato col Gimnasia, nella mia città d'origine".

 

Di seguito il link all'intervista: https://www.youtube.com/watch?time_continue=67&v=6sc6d1EARxg


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