Espresso - Il Padova diventa azienda
Fonte: www.espresso.it
C'è un Padova che va in campo e cerca il risultato: è il Padova di cui solitamente ci occupiamo, quello dei giocatori che seguiamo e quello che venerdì prossimo comincerà l'avventura della serie B. Ma c'è anche un Padova azienda che in pochi mesi è chiamato a cambiare molto di sè. E' il Padova azienda consapevole di essere, oltre che una società sportiva, una società di spettacolo: è il Padova azienda che dovrà gestire bilanci più corposi, contratti televisivi, sponsor, nuovi rapporti con la città.
Il Padova avrà a che fare con il palcoscenico nazionale di Sky (tutte le dirette), ma anche Rai (90esimo minuto serie B è seguito da una media di un milione e duecento mila telespettatori alla settimana) e Sport Italia (programma in chiaro sulle sintesi di B); il che vuol dire ragionare diversamente con le sponsorizzazioni. In settimana, per esempio, dovrebbe concludersi l'accordo con una società che metterà il suo logo sui pantaloncini dei giocatori (uno spazio di 40 centimetri quadrati).
Il Padova sarà anche un ottimo volano promozionale per la città che, quest'anno, è la seconda città della serie B come maggior numero di residenti (dietro Torino). Il Padova azienda non ha alcuna intenzione di fare da comparsa nel calcio dei professionisti, anzi, vuole mettere le basi per prepararsi al salto di categoria. Nessuno lo dice apertamente, ma molti pensano che nel giro di tre anni questa società e questa città possano approdare in massima serie.
Cambierà il sito internet per renderlo più facilmente accessibile e capace di fornire più servizi ai tifosi; nascerà una televisione di società (Padova Channel) per il momento solo su web; saranno costruite nuove relazioni turistiche e sociali (solidarietà, etica nelle scuole).
«Non abbiamo fatto un giorno di pausa dalla promozione ad oggi, consapevoli che la sfida che abbiamo di fronte si gioca su due fronti: sul campo, ma anche fuori dal campo», dice Gianni Potti, responsabile del marketing e della comunicazione del calcio Padova. E non solo questo. Gianni Potti è una sorta di «assessore al calcio», l'uomo che da ex politico (ed ex assessore) conserva la capacità di fare sistema, di mettere in relazione persone ed eventi: su questo nuovo terreno del calcio professionistico, il suo ruolo acquisisce responsabilità.
«In società ci muoviamo tutti con grande attenzione», spiega Potti, «perché abbiamo esempi, anche vicini a noi, di club che non hanno saputo gestirsi e sono finiti male. In serie B si entra in quella che mi piace definire la Confindustria del calcio. Arrivano maggiori risorse dai diritti televisivi, ma abbiamo costi elevati di gestione. Sul campionato di B si sta cercando, in accordo con Sky, di migliorare il brand sull'esempio inglese che, anche in seconda serie, fatturata moltissimo. Per farlo dobbiamo crescere tutti».
Le novità: wireless in tribuna stampa (dove arriveranno inviati delle maggiori testate nazionali), una televisione autogestita (sul web, per dare continue informazioni e immagini ai tifosi), una rivista patinata da consegnare allo stadio (curata dallo stesso Potti insieme a Massimo Candotti), un nuovo sito internet (l'attuale conta 140 mila contatti mensili). E poi un nuovo accordo con le Terme Euganee per legare la città di Padova al suo bacino turistico. «Noi abbiamo ancora un bilancio di sacrificio», aggiunge Potti, «e questo è anche un messaggio per le istituzioni pubbliche che non possono non capire che il calcio Padova regala alla città e al suo turismo una visibilità che altrimenti costerebbe molto in termini pubblicitari. Oggi i grandi eventi a Padova li danno il calcio e la società di concerti Zed: le istituzioni dovrebbero aiutare di più chi si fa carico di questi sforzi. Non conosco i rapporti delle istituzioni con gli altri, ma è noto a tutti che il calcio in questa città è sulle spalle di Marcello Cestaro».
Leandro Barsotti