.

Il rammarico di Mazzola: "Non aver finito la carriera nel Torino"

di Marina Beccuti

Sandro Mazzola non è riuscito ad entrare nella simpatia dei tifosi granata perchè, all'apparenza, ha sempre snobbato i colori granata, tranne farte parte da dirigente (2000/2003)nel periodo più buio del dopo Superga, ovvero l'era Cimminelli che ha portato poi al tremendo fallimento. Eppure Mazzola, interista a vita, ha un rimpianto, come ha confidato a ilcatenaccio.es: "Avrei voluto finire la mia carriera nel Torino in ricordo di mio padre. Ma i rapporti tra me e la società non erano buoni all’epoca. Invece, la Juventus ha provato per ben tre volte a prendermi".

Mazzola ha ricordato: "La prima volta fu quando Moratti cedette l’Inter. La seconda, quando Italo Allodi era andato alla Juventus. Questa volta mi offrivano il doppio di quanto guadagnavo all’Inter, una concessionaria Fiat e un’agenzia di assicurazioni Sai. Non ce la fecero. La terza volta fu nel '77. Avevo deciso di smettere e volevo diventare amministratore delegato dell’Inter. Avevo idee per rinnovare il settore giovanile, sono andato a Barcellona a vedere come facevano loro. Ma Boniperti, che aveva giocato con mio papà, mi voleva ancora portare alla Juve. L’avvocato Agnelli sempre mi diceva: "Il suo unico errore è stato non venire da noi". Soltanto la seconda volta fui davvero tentato. L’Inter non andava bene, ma ho capito che non potevo lasciare la squadra che mi aveva dato tutto".

Venendo all'attualità, come ha preso Mazzola della cessione della quota di maggioranza di Massimo Moratti? "Mi ha sorpreso molto questo passaggio di proprietà. Ora in Italia sarà difficilissimo riuscire a rifare quello che hanno fatto lui e suo padre".


Altre notizie
PUBBLICITÀ