Juventus, Pjanic: "Belotti forte, ma 100 milioni sono troppi. Ho tanti amici granata, sperano sempre che cadiamo. Ho sempre ammirato Mihajlovic per le punizioni"
Intervistato da La Stampa, Miralem Pjanic ha parlato ad ampio raggio, partendo dal Derby della Mole in programma stasera: "I valori tra noi e il Toro saranno più o meno vicini, l’unico vantaggio è che giochiamo in casa. Ma dovremo essere presenti nel gioco e nei duelli, con intensità e volontà. Mi basta vincere, senza prendere gol: uno, due a zero, sarebbe perfetto. Alla Juventus ho imparato questo, la cultura difensiva e il saper vincere diversamente, a volte anche semplicemente 1-0. A Roma c'era la priorità di giocare sempre bene, di provare a vincere e di prendere gol. Qui l'importante è non prenderlo, perchè uno lo facciamo sempre.
Belotti? Sta facendo un buon campionato, ma cento milioni sono tantissimi. Soprattutto quando penso che li valeva Cristiano Ronaldo, uno che segna due-tre gol a partita. E di quel livello ce ne sono due: lui e Messi. Dopodiché, il mercato è decollato. Però, sono tanti. Higuain? È un giocatore straordinario, e io lo sosterrò, sempre: se tutti ti stanno dietro, significa che sei importante. E poi questi periodi capitano a tutti gli attaccanti, ma noi lo aiuteremo, e lui si sbloccherà. Ljajic è un amico, ci vediamo spesso, e gli voglio veramente bene, spero faccia una grande stagione. È un giocatore di talento, che ha sempre dimostrato di saper fare la differenza tra le linee. Insomma, un grandissimo giocatore: l’unica cosa che gli serve è la continuità, di segnare ed essere decisivo, come sta facendo. Al giorno d’oggi contano i numeri.
Chi tira meglio le punizioni? Lo deciderete voi. Mihajlovic? Guardavo sempre le sue punizioni, fantastiche: con quell’interno piede a giro, e con grande forza. Uno specialista, da ammirare e imitare. Per tirarle bene servono tecnica e un po’ di furbizia, perché devi giocare con il portiere. Loro ormai ci studiano e sono preparati. E allora devi saper cambiare: sotto la barriera, sopra, sul lato del portiere. Osservo se un portiere gioca fuori, come faceva quello della Fiorentina: recuperando un pallone, se la prendevi bene, riuscivi a fare gol. Ma l’ho sbagliato, un po’. Allegri? Era un po’ nervoso, è normale. Con Dybala ognuno calcia le punizioni dal proprio lato, anche se il problema è che non sai mai quante ne capitano da una parte e dall’altra, in un campionato. Con la Fiorentina ce n’era una bellissima, ma non ero in campo: se ci fossi stato io, l’avrei tirata. È la regola. In allenamento? Ci sfidiamo pure lì, e vinco spesso.
Roma, Milan, Inter e Napoli, soprattutto, hanno tantissima qualità e possono pensare di vincere lo scudetto. Potremo fare la differenza con la nostra regolarità, solidità e volontà: se molli un po’, le altre si avvicinano. Da piccolo il mio derby era Fk Sarajevo contro Zeljeznicar, per cui tifavo. Una storia che nasce da lontano: sono cresciuto in Lussemburgo, ma i miei famigliari lo seguivano, e a me ispirava. Un derby molto sentito a Sarajevo, ma che non ho mai visto dal vivo. Poi quando ho iniziato in Francia, Metz-Nancy e Lione-Saint Etienne. Ma Roma-Lazio è stato quello più sentito. Juve-Toro cosa significa? Una partita dedicata ai tifosi, che ci tengono tanto, e per noi tre punti in più sulla strada per il primo posto. Qui a Torino ho tanti amici granata, e li frequento: a volte gli rode un po’, perché noi vinciamo sempre, e loro sperano che cadiamo. Come si dice, una sana rivalità. Se va male? Di perdere non ci penso neanche".