Parma, Preiti: "La gara col Toro? Prima dobbiamo sapere se falliremo o no"
Intervistato da Sportitalia, Antonello Preiti, direttore dell'area tecnica del Parma sull'orlo del fallimento, ha parlato delle immediate prospettive del club, compresa la gara in programma domenica contro il Torino: "Dopo la cessione della società dal gruppo di Taçi a Manenti ci sono state una serie di vicissitudini negative, l'unica nota positiva sono i ragazzi che ogni giorno vanno al campo. È una situazione irreale, ogni giorno c'è una riunione. Oggi (ieri, 18 marzo) c'è stato l'epilogo finale con l'arresto di Manenti, è complicato andare avanti. Aspettiamo domani il responso del tribunale.
Il mio rapporto con Leonardi? Buono, lui ha lasciato per problemi di salute. Ha dato le dimissioni per non intralciare la società, e perché si erano aggravate le sue condizioni di salute. Manenti? Si è presentato in società con dei professionisti, aveva promesso i pagamenti degli stipendi. Dopo un paio di giorni, quando ha cambiato le carte in tavola, è venuta in meno la sua credibilità. Purtroppo la proprietà era di Manenti, nessuno poteva fare pronostici per il futuro.
La gara con il Torino? Intanto vedremo se ci sarà il fallimento o no. Non c'è un'autorità per richiedere i vari permessi per giocare la partita, se ne riparlerà solo dopo domani. L'importante è che ci sia chiarezza, per finire l'agonia di questo Parma.
I tantissimi giocatori sotto contratto? Non credo che il problema del Parma sia stato solo questo, il Parma era in sofferenza da anni e non riusciva ad avere una solidità economica. Leonardi ha scelto questo tipo di soluzione per provare a sistemare le cose. A Parma non è riuscito, forse la società avrebbe avuto bisogno di altro, senza provare ad espandersi. Scelta giusta o sbagliata? A oggi dico sbagliata, ma due anni fa poteva essere la scelta giusta.
Dopo l'arresto di Manenti c'era un po' di imbarazzo, questo è l'epilogo finale. I ragazzi ne hanno sentite talmente tante, provano ad isolarsi con il mister per fare il loro lavoro. Spero in una decisione finale, lo dico per i tanti dipendenti del Parma.
Non ho avuto il piacere di conoscere Taçi. Da noi è arrivato Kodra, un presidente giovane. Si parlava di vendere tanti giocatori, mi ero illuso. C'era diffidenza, ma non mi ha dato segnali di continuità per il dopo Ghirardi. Rischi per Ghirardi e Leonardi? Non sono l'inquisitore, non sono io quello che giudica. Chi ha sbagliato sicuramente dovrà spiegare i propri errori".