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Sampdoria, Semioli: "Sempre emozionato ad incontrare il Torino"

di Marina Beccuti
Fonte: www.sampdorianews.net

Nell'ultima puntata di Sampdoria sempre con te, il programma radiofonico di sampdorianews.net in onda su Radio 103 il lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 19 alle 20, è intervenuto il centrocampista della Sampdoria Franco Semioli.

Un commento sulla vittoria della Sampdoria sul campo dell'Albinoleffe: “Bene, quando si vince e arrivano i risultati va sempre bene. Sabato è stata una partita impegnativa anche se il risultato può trarre in inganno. Quando giochi con le piccole squadre che danno l'anima è sempre difficile, però è stata la dimostrazione che la squadra c'è e ha voglia di vincere”.

Foggia è stato decisivo perché ha sbloccato il risultato. Sta iniziando a mettere in mostra tutte le sue qualità: “Pasquale è stato importantissimo perché ha sbloccato la partita. Si sa che in serie B una volta che sblocchi le partite è più facile, perché le squadre avversarie si sbilanciano e hai più possibilità di attaccare, hai più spazi, quindi per noi è stato fondamentale”.

Sabato avete sbagliato l'approccio alla partita? L'Albinoleffe nei primi 20 minuti vi ha schiacciato nella vostra metà campo: “Si, non siamo partiti benissimo, non sappiamo come mai. Loro sono partiti  più forti di noi, cercando subito di aggredirci. Noi però siamo stati bravi a tenere e a sbloccare il risultato su calcio piazzato. Poi il secondo tempo è stata tutta un'altra partita”.

Sabato allo stadio c'erano poche migliaia di spettatori. Com'è giocare in uno stadio semivuoto per giocatori come voi abituati a palcoscenici ben diversi: “E' triste, devi trovarti le motivazioni da solo, senza pensare ad altro. Per fortuna c'erano molti dei nostri tifosi che ci hanno sostenuto ed è anche grazie a loro che siamo riusciti a disputare una buona gara”.

Il tormentone di questa prima fase di stagione. Atzori è partito con la difesa a 3 per poi disporre la squadra con il più classico 4-4-2. Con quale modulo ti trovi più a tuo agio?: “Con il 4-4-2, senza dubbio, perché io e Pasquale (Foggia, ndr) abbiamo più possibilità di giocare l'1 contro 1 e di supportare le punte e questo per noi è un vantaggio. Siamo contenti che le cose stiano andando bene. La squadra sta lavorando sul 4-4-2 e stiamo continuando così”.

Quindi si proseguirà con il 4-4-2?: “Me lo auguro”.

La squadra come si è calata nella mentalità di un campionato come la serie B?: “Direi bene. Non è facile calarsi in un campionato come la serie B, perché è tutta un'altra cosa. Si gioca in modo più cattivo, molto sulla rissa, ci sono entrate dure che non ti aspetti. Le squadre la mettono più sul contatto fisico. Per noi sbloccare le partite diventa fondamentale perché poi vengono fuori le qualità tecniche. Ci stiamo comportanto bene perché ci siamo subito adattati a questa nuova realtà”.

Sei cresciuto nelle giovanili del Torino e venerdì è in programma proprio Sampdoria-Torino. Come vivi questa partita?: “Ho fatto tutto il settore giovanile nel Torino e quindi per me affrontarlo è sempre un'emozione particolare”.

Il tuo cuore batte per l'Inter, o almeno così c'è scritto sulla tua scheda di wikipedia: “Non ho una squadra del cuore. Questa dell'Inter è una bufala che è uscita (ride, ndr)”.

Passando alla Fiorentina. Quando indossavi la casacca viola sulla panchina dei toscani siedeva Cesare Prandelli, ora commissario tecnico della Nazionale. Che allenatore è?: “Tra i più bravi in assoluto. Un allenatore completo che merita di allenare la Nazionale”.

Ipotizzando una Sampdoria in A il prossimo anno e un Prandelli ancora sulla panchina della Nazionale, un pensierino alla maglia azzurra lo fai ancora?: “Sinceramente la Nazionale è l'ultimo dei miei pensieri. In questo momento quello che voglio è tornare al più presto in serie A con la Sampdoria. Vogliamo cancellare la stagione scorsa, la Samp non merita la B”.

Qual è il gol più bello che hai segnato?: “Quello con il Chievo sul campo del Siena. Segnai l'1-0 a pochi minuti della fine. Quel gol ci regalò la salvezza. Oltre che bello, fu anche un gol importante”.

Ti chiamano Pippo Franco. Com'è nato questo soprannome? I tuoi compagni lo usano anche in allenamento o in partita?: “No, no (ride, ndr). Mi chiamavano così a Firenze, ma a Genova no”.


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