Unione Sarda - Marchetti e quel Toro indigesto
Fonte: Fonte: L'Unione Sarda
Un paio di guanti bianchi al posto della muleta rossa. Perché questo Toro, Marchetti, lo vuole matare una seconda volta. «Sì, mi sono tolto un sassolino», aveva ammesso il portiere del Cagliari subito dopo il successo nella gara d'andata giocata in Piemonte, lo scorso 19 ottobre. Tra l'altro le sue parate erano state decisive quanto il gol di Acquafresca nel finale del match.
Corteggiato per anni, poi scaricato sul più bello dal club granata nel 2005. «Ero il terzo della rosa, aspettavo sereno. Sino alla sfida con il Verona. Il titolare era squalificato, il suo vice infortunato, poteva essere la mia grande occasione, invece a quarantott'ore dalla partita la società aveva ingaggiato lo svincolato Berti. Per me è stata una mazzata». Tutto d'un fiato nella sala stampa dell'altro Olimpico, sfogo naturale per chi è cresciuto col mito (e soprattutto con la maglia addosso) del Torino. Gli Allievi prima, la Primavera poi (la stessa di Quagliarella), la prima squadra finalmente. Cinque stagioni speciali, chiuse, però, nel modo peggiore. «Sento dire spesso che in Italia c'è carenza di portieri. Iniziamo a dare fiducia ai giovani e vediamo dove si arriva», aveva quindi aggiunto, e quanta rabbia in quelle parole lanciate lì, e non a caso.
Col Toro aveva sfiorato il cielo con un dito, poi ha toccato il fondo, con la Pro Vercelli si è rialzato, con la Biellese ha ricominciato a correre, con l'AlbinoLeffe si è rilanciato, nel Cagliari ha fatto bingo. E guarda caso la svolta tra i pali rossoblù si è consumata proprio contro la sua ex squadra dopo un pre-campionato sofferto (soprattutto durante la tournée portoghese) e un avvio di stagione stentato (dieci gol subìti in sei partite). «Ho avuto problemi di adattamento i primi tempi, ma ora credo di essere entrato nella parte», aveva sottolineato sempre in quella circostanza. Detto, fatto. E di acqua da allora ne è passata parecchia sotto la porta del Cagliari (che proprio a Torino ha ottenuto la prima vittoria stagionale e iniziato così la sua clamorosa rimonta in classifica sino ad arrivare al settimo posto). Marchetti non sente più il peso dell'eredità lasciatagli da Storari, ora è considerato uno dei portieri più promettenti del calcio italiano. Peruzzi, osservatore speciale del ct Lippi, non perde occasione per seguirlo dal vivo. Il numero uno della Juve e della Nazionale Buffon lo ha addirittura definito il suo erede. «I complimenti fanno piacere, è normale, soprattutto se arrivano dai più forti al mondo», ripete spesso Marchetti, «ma io tengo i piedi per terra, penso soltanto al Cagliari e al mio lavoro, del resto sono appena arrivato in serie A, un passo alla volta». Sin troppo umile il portiere veneto (l'AlbinoLeffe è proprietaria del suo cartellino, ma il Cagliari ha il diritto di riscatto sulla comproprietà, diritto che sicuramente eserciterà a fine stagione). E chissà quali pensieri stupendi gli stanno passando per la testa alla vigilia della sfida di domani al Sant'Elia. C'è un altro Toro da domare e un altro sassolino da togliere dalla scarpa e lanciare il più lontano possibile.
LA FORMAZIONE ANTI-TORO Allarme rientrato sul nascere per Jeda. Giovedì al termine dell'amichevole con l'Iglesias di Gigi Piras, l'attaccante brasiliano aveva lasciato il campo zoppicando per un dolore alla caviglia destra, ieri però si è allenato regolarmente e già punta il Torino. A dir il vero Allegri non ha ancora sciolto le riserve sulla formazione, e i dubbi maggiori del tecnico livornese riguardano soprattutto l'attacco. Cossu-Jeda-Acquafresca il solito tridente, Cossu-Matri-Acquafresca la tentazione, tra l'altro sperimentata (e con discreti risultati) giusto l'altro ieri nel collaudo. Decisiva la rifinitura in programma questa mattina nel centro sportiva di Assemini. Lo sarà anche per Pisano, che ieri è rimasto a letto con la febbre. In pre-allarme l'argentino Matheu che cerca conferme dopo la prova di domenica scorsa contro il Milan (in quell'occasione Pisano sostituì l'acciaccato Agostini a sinistra). Nessun problema, invece, per Lazzari che ha smaltito a tempo di record un affaticamento muscolare alla coscia destra che lo ha costretto a disertare soltanto il test infrasettimanale. Via libera a centrocampo, dunque. Come è già successo in altre occasioni sarà l'ex atalantino a sostituire lo squalificato Fini nel ruolo di mezzala (con lo spostamento sul centrodestra di Biondini). Intoccabile Conti regista davanti alla difesa che cambia rispetto a San Siro. Agostini ritrova, infatti, il suo posto di terzino sinistro dopo il dolore ai glutei della scorsa settimana, dall'altra parte Pisano spera comunque di recuperare in extremis dall'influenza. Al centro della retroguardia dovrebbe essere ancora una volta Canini (preferito a Bianco) a far coppia con capitan Lopez.