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Carlo Nesti: "Nel rispetto dello spirito del Toro"

di Marina Beccuti

Il caro lettore “Medukaros” mi ha scritto, e mi ha dato la conferma di quanta gente, civilissima, sta protestando in Valle di Susa, e altrove. Per evitare spiacevoli equivoci, vorrei ricordare come mi sono espresso: “Si dovrebbe protestare per qualcosa di "giusto", ma, approfittando del caos, ci si indigna, senza sapere per che cosa”. Il mio riferimento, dunque, è rivolto solo a chi approfitta, vergognosamente, della protesta di persone, in buona fede, per sfogare le proprie “pulsioni bestiali” (fermo restando che le “bestie” siano peggiori degli “uomini”). Io posso anche non essere d’accordo con chi contesta, ma “democrazia”, e scusate se cito la solita
frase di Voltaire, perché non esiste nulla di più efficace, significa “combatto la tua idea, ma sono disposto a morire per difenderla". Quindi: 1) tanto per cominciare, non combatto proprio nessuno, e ho tanto voglia che qualcuno, “media” in testa, spieghi alla gente, nei dettagli, tutte le ragioni della protesta; 2) capisco che, dietro la sigla “No Tav”, c’è chi lotta, senza violenza, anche contro lo scempio della politica, laddove vengono tagliati i servizi essenziali per chi ha più bisogno. Lo “spirito granata”, tra l’altro, è sempre stato “dare tutto” per vincere, lealmente, contro qualsiasi tipo di “privilegio”. Se non credessi anch’io in questi valori, e se non avessi, a suo tempo, subìto 5 settimane di “sospensione professionale”, quando ho pensato, esagerando, che qualcuno prendesse in giro il Toro, non scriverei, appunto, di Toro.

 

Di seguito pubblichiamo l'articolo che ha suscitato qualche polemica "Il figlio di Camilli non è ... Filippo"

 

E' la "sindrome No Tav" a dilagare in ogni parte del paese. Si dovrebbe protestare per qualcosa di "giusto", ma, approfittando del caos, ci si indigna, senza sapere per che cosa. Siamo in crisi economica, e allora, qualsiasi pretesto è buono per alzare i toni, e anche menare le mani. Nel calcio, in particolare", la "sindrome No Tav" trova facile sfogo, dopo il "furto" (ormai, non si usa più parlare di "errore") di Milan-Juve. Così, a Grosseto, basta un gol contestato per scatenare la bagarre. In curva? Nooooo! In tribuna d'onore, dove sarebbe indispensabile dare l'esempio. E, a proposito di esempio, il signor Camilli ("signor"?) deve essere un ottimo padre, se ha insegnato a un figlio a lanciare bottigliette contro i presidenti avversari. D'altro canto, non tutti hanno i genitori del bambino Filippo, no? Sarebbe pretendere troppo!