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Due punti persi, uno recuperato

di Marina Beccuti
Fonte: www.alessandrorosina.it

Mamma mia che situazione.


Incredibilmente la strada per la salvezza diventa sempre più in salita, proprio quando dopo il pareggio di San Siro si pensava di aver imboccato il viale giusto, ed ora invece la delusione cresce, insieme alla rabbia, congiuntamente a quel senso d'impotenza, un vuoto pericolo, il buio oltre la porta.
Il Chievo viene a Torino, prende il pareggio che cercava, è vero, con un gol ingiustamente convalidato, ma senza rubare nulla, anzi per essere sincero sono loro questa volta a poter recriminare, dimostrando che giocando a calcio si possono fare passi importanti, senza grilli per la testa, giocando semplice perché il calcio è un gioco semplice.
Un bravo a Di Carlo, allenatore con cui ci siamo confrontati sempre in momenti topici, e alla fine abbiamo avuto sempre ragione noi, speriamo sia lo stesso anche questa volta, e che si tratti realmente di un punto recuperato.

Il Toro da parte sua ci mette un tempo per capire che per portare a casa la partita bisogna osare di più, e non mi riferisco ovviamente solo all'ingresso di Ventola, ma ad un atteggiamento di tutta la squadra che per gran parte della prima frazione ha spinto con il freno a mano tirato, e quasi unicamente sul versante destro, con Rosina ed Abate, che spesso si pestano i piedi, ma che risultano poi le uniche fonti di gioco di questa squadra.
Dopo il gol, che è giunto dopo un periodo di evidente supremazia territoriale dei granata, il Toro si spegne, e spegne la luce sulla salvezza, cresce il Chievo, "il nostro migliore momento" dirà poi il tecnico dei clivensi, che prende campo, aumenta il possesso della palla, acquista sicurezze, e trova il pareggio con un giocatore, Italiano, che viene ogni estate indicato come uno degli obiettivi dei granata.

È altrettanto evidente, che se non fosse stato convalidato un gol irregolare, che richiama alla mente quello di Rubin nel match casalingo contro il Cagliari, i discorsi sarebbero stati diversi, forse non trionfalistici, ma sicuramente meno improntati al pessimismo più sfrenato.
Rimane ahimè un dato di fatto, che non è una evenienza o un discorso sterile da fare, e questa volta sono stato un buon profeta, per questo ora me ne dolgo sinceramente, ma il calcio ha leggi a volte severe, non si può, non tenerne conto, aldilà del risultato che ti può premiare o punire.
Il Toro non può rinunciare al gioco mai, la salvezza passa da questo, indipendentemente da chi scende in campo.

Prospettive.
Cadere nel più bieco pessimismo non serve a nulla, il penultimo posto è sicuramente meritato per quello che abbiamo fatto vedere in campo, anche se un peso specifico notevole è da attribuire a decisioni arbitrali penalizzanti, le difficoltà della squadra sono evidenti, nasconderle non serve a nulla, anzi fornisce una visone distorta di quello che si può fare per migliorare.
Non possiamo ridere ne sorridere, ma neanche piangere il morto in casa, quando questo è ancora vivo e vegeto.
Di buono, la rosa sicuramente all'altezza per portare a casa la salvezza, la voglia di non arrendersi, la consapevolezza di avere un margine di miglioramento superiore ad altre pretendenti, il recupero di giocatori importanti, aver recuperato la propria tifoseria.
Chiudo con le parole del nostro tecnico.
"Sono sicuro di riuscire a fare qualcosa di importante quest'anno a Torino".
Speriamo abbia ragione, chi meglio di lui può saperlo?
Due punti persi, ma anche uno recuperato in classifica.
La solita vecchia storia del bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto.
La solita vecchia storia di un Toro che non ritrova più se stesso.
Mamma mia che situazione...


Flavio Bacile


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