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Juve, chiarezza sul socio libico

di Marina Beccuti

Ieri si è riunito il Cda della Juventus che ha approvato i risultati del semestre, che ha chiuso con una perdita consistente, 39,5 milioni di euro. Era assente Khaled Fareg Zentuti, rappresentante della finanziaria libica Lafico, che detiene il 7,5 per cento delle azioni bianconere. Ci vuole poco ad immaginare che la Lafico Sal (Libyan Arab foreign Investiment Company) è il braccio finanziario internazionale di Gheddafi, non è infatti una novità che il leader libico sia entrato con i suoi capitali nel calcio italiano, prima con il Perugia e poi con la Juventus. Come ormai tutti sanno dalle notizie quotidiane, la Libia è un paese in rivolta, proprio contro il suo "sultano", Gheddafi e la sua famiglia. Gheddafi non è solo un dispotico dittatore, ma un terrorista, non ha problemi a far bombardare chi è suo nemico, compresi i civili scesi in piazza contro di lui, i rivoltosi che lui giudica attentatori mandati da Bin Laden. Nessuno ha mai escluso che fosse proprio un aereo libico ad aver abbattuto l'aereo della strage di Ustica, così come non si può dimenticare lo scandalo Lockerbie, dove un aereo della Pan Am esplose in volo sulla cittadina scozzese, creando una strage con 270 vittime, sia a bordo che a terra. Il ministro libico della giustizia ammise, molto più tardi, la responsabilità del famigerato colonnello Gheddafi. Ora con quello che sta succedendo in Libia, ma non solo ora, per tutto quello che ha combinato in passato, ci domandiamo come sia possibile che la Juventus continui a tenere come azionista una società vicina ad un dittatore che presto batterà sì in ritirata, ma che dovrebbe essere estromesso per una semplice questione di decenza.