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Le scuse non le accetto

di Marina Beccuti

Luigi Adriani

 

...e non tanto perché voglio mettere in discussione il Lippi allenatore, può succedere a tutti di avere delle convinzioni errate. Ma quello che non sopporto è come il Lippi uomo, prendendosi tutte le responsabilità, voglia “apparire” con il vestito dell’umiltà che umiltà non è. Se questa caratteristica ce l’ha innata nel suo dna, avrebbe anche, non dico accettato, ma almeno reagito in maniera diversa a tutti gli appunti che gli venivano fatti alla vigilia dei Mondiali. Ma ciò è stato nervosamente rispedito al mittente, con fastidio e con battute ( non ho lasciato fenomeni a casa ) e con quell’atteggiamento da superuomo che non ammetteva repliche e che autorizzava a chiedersi se per caso non fossimo tutti degli eterni criticoni. E pur di tacitare le “fastidiose” critiche ci ricordava esempi passati in ordine alla difficoltà iniziale a passare il turno.


Ok, io, per esempio, ho fatto opera di comprensione , sono un moderato per natura e ho pensato che forse sarebbe stato meglio andare dietro alle argomentazioni del commissario tecnico. E questo sia alla vigilia che durante e dopo i primi due incontri. In quel momento però non c’era molta umiltà, ci aveva quasi redarguito per il fatto che le brutte apparizioni ante Mondiali era giusto che fossero così dato i carichi di lavoro ai quali erano stati sottoposti i giocatori. Ma la lentezza continuò anche durante i primi due incontri e divenne addirittura insopportabile contro la Slovacchia.


Che forse non avevano smaltito i carichi di lavoro? Bando all’ironia. Il Sig. Lippi ha portato in Sudafrica una squadra vecchia e logora. Non ha lasciato a casa dei fenomeni ma sicuramente giocatori più tonici. E non faccia balenare l’idea che in Italia non c’è di meglio. Gli errori li ha fatti solo lui e, come dico, quello che da più fastidio è questo suo modo di mettere le mani avanti tirando il sipario su di una scena che si vergogna tecnicamente di analizzare. Che significa dire di non aver preparato in maniera tecnica, tattica e psicologica la squadra? I giocatori non hanno bisogno di essere sollecitati particolarmente in queste situazioni. Se poi si scelgono giocatori alla “frutta” unitamente a qualche giovane non propriamente convincente rispetto ad altri non convocati allora il patatrac è fatto!


Non voglio andare nei dettagli ma pur ammettendo un passaggio generazionale delicato insieme ad una difficoltà di scelta difficile in mezzo a tanti stranieri io credo che si sarebbe potuto fare meglio, ma molto meglio. Caro Sig Lippi io non accetto le scuse da chi ha da farsi perdonare troppe cose tanto più quando queste si esprimono con atteggiamenti presuntuosi e infastiditi salvo poi, a danni compiuti, “calmarle” con il vestitino di una umiltà che non accetta repliche.


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