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Lo Monaco: "Abete, le scuse non servono"

di Marina Beccuti
Fonte: Alessio Alaimo per www.mediterraneonline.it

In seguito all’alluvione di Messina, la FIGC su richiesta del Palermo e del Catania ha disposto un minuto di silenzio sui campi di calcio in cui erano impegnate le squadre siciliane. Una scelta decisamente discutibile che ha destato molto stupore. Oggi il presidente della FIGC, Giancarlo Abete una volta visto che si è fatto un po’ di “rumore” ha chiesto scusa per l’accaduto assumendosene le responsabilità ma l’amministratore delegato del Catania Pietro Lo Monaco non ci sta, le scuse di Abete servono a poco e lo fa capire senza troppi giri di parole ai microfoni di Mediterraneonline.it.

Direttore, in seguito all’alluvione di Messina su richiesta di Catania e Palermo la FIGC ha disposto un minuto di raccoglimento solo sui campi in cui erano impegnate le siciliane. Una scelta discutibile…
“Definirla discutibile è elegante, è una scelta veramente indecente, quello che è successo a Messina è un dramma e per adesso l’Italia è stata attraversata da diversi drammi, come il terremoto d’Abruzzo. Ho avuto l’impressione che ci sia un mondo di serie A e un mondo di serie B, questo evento funesto meritava rispetto da parte di tutti così come l’ha avuto il terremoto d’Abruzzo. Ora sarebbe facile fare demagogia su una scelta così fuori luogo da parte di chi era chiamato a prendere ben altre decisioni. E’ partito dal Catania e dal Palermo chiedere alla nostra Lega il minuto di raccoglimento mentre ritengo che per un atto di rispetto verso i familiari delle vittime bisognava che partisse dall’alto e che fosse una cosa estesa a tutti i campi di calcio perchè questa tragedia meritava la stessa attenzione che ha ricevuto il terremoto d’Abruzzo per questo mi auguro che le componenti del calcio solidarizzino affinché si possa venire incontro alle esigenze delle famiglie colpite, a tal proposito per quelle che sono le nostre possibilità stiamo pensando ad una partita tra venerdì e sabato fra noi il Messina e stiamo valutando anche con il Palermo e devolvere l’incasso alle famiglie delle vittime. Ci deve essere un’attenzione diversa, cosa che non c’è stata. Le nostre squadre giovanili che dovevano andare a giocare in Puglia si sono dovute sobbarcare un viaggio girando da Palermo. Non c’è alcuna giustificazione. La mia è una considerazione che si allarga: mi hanno molto colpito le parole di Bertolaso, tra l’altro io viaggio tutti i giorni su quell’autostrada perchè abito a Villafranca Tirrena e tutti i giorni faccio Villafranca – Catania e ho sempre detto ’siamo contenti il giorno in cui ci sono le vittime’ perchè quel tratto di autostrada è l’esempio classico dell’abbandono totale in cui versiamo. C’è stato uno sviluppo dei vari piani regolatori, ma chi li approva? Non è ammissibile perdere la vita per quattro gocce d’acqua… Quindici giorni prima c’era stata un’altra avvisaglia e l’autostrada era stata interrotta, è qualcosa di annunciato quindi ci sono delle colpe. Mi piacerebbe che ci fosse l’impegno della gente per rendere questa nostra terra vivibile e accessibile perchè è una terra meravigliosa, vorrei che ci fosse lo stesso impegno che c’è stato per l’Abruzzo affinché si possa vivere in maniera vivibile”.

Forse nel mondo del calcio in occasione del terremoto d’Abruzzo e della morte dei militari impegnati in missione si è fatto un po’ di falso moralismo…

“Il falso moralismo è dietro la porta… Quando ci sono queste disgrazie aldilà del sentimento forte che ti suscita dentro tanta gente ci gioca, è inutile nascondersi. Però diamoci da fare, ritengo che sia venuto il momento di dare una svolta seria, Palermo e Catania non sono un popolo di serie B, abbiamo gli stessi diritti degli altri. Dobbiamo voler bene un po’ di più alla nostra terra, solo così si può evitare che altre tragedie possano colpire il nostro paese. Bisogna rimboccarsi le maniche. Faccio un altro esempio: ad Aci Castello c’è una collina che da anni sanno tutti che tende a franare e hanno costruito sopra delle case, qualche giorno accadrà qualcosa e poi andremo a piangere, ma cosa?”.

Il presidente Abete ha chiesto scusa e si è assunto la responsabilità per non aver ordinato il minuto di silenzio su tutti i campi…

“Il presidente Giancarlo Abete fa bene a chiedere scusa ma le scuse non servono. Serve rimboccarsi le maniche e dimostrare attenzione uguale per tutte le varie componenti. Inutile nascondersi, noi siamo da serie B, allora Palermo e Catania alziamo la voce, vogliamo l’attenzione giusta perchè la meritiamo. Nel mondo del calcio è stato un errore madornale quello di non fermare tutto, bisognava fermare tutto e il minuto di raccoglimento non doveva essere solo per il calcio siciliano. Abete viene eletto anche con i voti nostri, il voto di Catania e Palermo vale quello di Inter e Milan ma aldilà di questo si tratta di rispetto. Evidentemente la nostra cassa di risonanza è inferiore rispetto ad altri quindi non c’è maniera di fare gesti eclatanti affinché si possa dire ‘quanto sono bravi’. La settimana scorsa a Messina è successo un dramma, sembra che sia passata la guerra. Occorre rispetto e solidarietà alla nostra gente, siamo in Italia! Non avrei mai pensato che la richiesta del minuto di silenzio dovesse partire dal Palermo e dal Catania e non fosse esteso a tutte le altre componenti. Per l’Abruzzo giustamente e doverosamente ci siamo fermati tutti. I nostri sono morti di serie B?”.

La nota positiva è che aldilà del campanilismo sportivo Palermo e Catania sono unite…

“Si e l’ho sempre sostenuto. Non comprendo il campanilismo assurdo tra di noi, per me è una cosa ridicola. Tra noi come società abbiamo un ottimo rapporto, Zamparini è stato eletto consigliere federale e il voto del Catania è stato subito pronto. Noi lavoriamo con una certa sinergia, poi per quanto concerne il tifo al campo fa parte del folklore, non capirò mai l’acredine tra gente della stessa regione. Ma ora il problema è diverso, non serve che Abete faccia le sue scuse, bisogna pensarci perchè meritiamo lo stesso di rispetto”.

 


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