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Mental coach? La Primavera di Mariani lo adottò con successo

di Marina Beccuti

Ieri abbiamo ospitato l'intervento del mental coach della Reggina, che deve avere avuto il suo successo se i calabresi sono riusciti a scalare la classifica e ad entrare nei playoff, scavalcando il Torino, che aveva tenuto il quinto posto fino a poche settimane fa. Ma il Torino, quello di Pianelli, per intenderci, aveva già fatto un'esperienza simile, che all'epoca era senza dubbio avveniristica, ma molto moderna. Aveva infatti ingaggiato uno psicologo, il dottor Prunelli, al quale fu affidata la Primavera. Abbiamo chiesto a Pedro Mariani, uno dei ragazzi di quella Primavera, come visse in prima persona quell'esperienza. "Fu senz'altro di aiuto, sul piano psicologico per tutti, soprattutto verso quei ragazzi, come me e altri, che venivano da lontano e che quindi potevano avere più difficoltà di inserimento e di assimilazione di realtà diverse e più grandi rispetto alle precedenti". All'epoca non si usavano ancora parole sofisticate come mental coach (quelle che piaccono tanto al regista Nanni Moretti!), ma era semplicemente uno psicologo che aiutava giovani calciatori a diventare uomini.

Mariani ricorda ancora: "Ricordo che prima delle partite praticavamo il trainig autogeno, una riunione collettiva all'interno dello spogliatoio dove, attraverso indicazioni dello psicologo si cercava di trovare una maggiore convinzione e autostima per poter, da li a poco, entrare in campo piu pronti e fiduciosi". Proprio quello che servirebbe al Toro domenica alle 15.