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Nuovo Toro, troppo tardi. Ma chissà...

di Marina Beccuti
Fonte: www.zipnews.it

Non c’è che dire. Veramente un altro Toro in questo finale di stagione, dopo le grigie esibizioni dell’ultima fase del primo governo Lerda e il fondo toccato con la disastrosa parentesi Papadopulo. Un’evoluzione di gioco e di volontà che paradossalmente emerge meglio in assenza della vittoria (che sarebbe stata la quarta consecutiva), poiché le lodi non rischiano di apparire tessute con il senno del poi. Vittoria del resto negata dall’essersi imbattuti in uno di quei miracoli, come un gol di tacco, che il Dio del pallone manda in terra quantomeno raramente.

Un Antenucci che corre, svaria e mette il piedino in tutte o quasi le azioni granata (nonché quasi sempre anche nei gol); un Gasbarroni che ha ritrovato concretezza senza perdere eleganza, ergendosi ad artistico ispiratore della manovra con l’unica pecca di una scarsa tenuta sui novanta minuti; un monumentale Pratali, che presidia la difesa prendendosi anche il lusso ed il gusto di proporsi validamente come attaccante aggiunto. Ancora: la voglia e la capacità di tenere altissimo il ritmo di gioco, il che – al solo prezzo di qualche imprecisione di troppo – garantisce tra l’altro uno spettacolo che non si vedeva da troppi, troppi mesi (se non anni).

Dove può arrivare, questo redivivo Toro…? La domanda è delicata, la risposta lo è ancor di più. Con soltanto sei partite da giocare, e una voragine di otto punti che separa i granata dal Varese, sembra davvero difficile che tutto ciò possa avere un’utilità che vada oltre una (pur sempre importante) riconciliazione con il palato e con il cuore dei tifosi. Del resto – lo ripetiamo sempre – mai nessuna squadra è riuscita a vincere i playoff senza esser prima arrivata terza alla fine del campionato. Ma forse, in realtà, il punto è proprio questo.

L’anno scorso, dopo un pessimo girone di andata e un ottimo girone di ritorno disputato con una squadra ampiamente rinnovata, il Toro giunse ai playoff, eliminò in semifinale il Sassuolo e si arrese poi in finale al Brescia (giunto per l’appunto terzo alla fine del campionato). Il sacrificio granata si consumò all’ultimo istante della gara di andata, quando – per un fallo molto discutibile – venne annullato un gol di Arma che avrebbe notevolmente spostato gli obiettivi del ritorno. Se il Toro già l’anno scorso fu lì lì per sfidare la spietata “legge della terza”, a maggior ragione con un gioco così potrebbe farlo quest’anno. L’impresa – ne riparleremo – è improba; per il momento, il bel gioco continua. Nella speranza che venerdì, a Modena, tornino anche i tre punti.

 

Roberto Codebò


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