.

A chi giova la linea d'ombra tra Ventura e Bianchi?

di Marina Beccuti

C'è chi pensa che dopo Juve Stabia-Torino, con Bianchi relegato in panchina (nonostante uno spento Meggiorini), fatto poi entrare a tre minuti della fine, sia finita la tregua tra Ventura ed il bomber granata. Il fatto che Rolly abbia lasciato il campo stizzito, dove si è tolto la fascia dai capelli gettandola via, sia un segnale della sua insoddisfazione. Non è stato il gesto eclatante di zittire Lerda, che l'aveva lasciato in panca l'anno scorso, e lui si era così tolto un sassolino dalla scarpa dopo un gol, con quel gesto che gli era costato una pesante multa. Però si ha l'impressione che se non si era già rotto qualcosa prima, la situazione potrebbe essere peggiorata sabato. Per il bene del Toro e di tutto il gruppo, tensioni del genere è meglio evitarle, perchè danneggiano e portano a fare tante congetture non auspicabili in questo momento. Bene, Bianchi deve accettare la panchina, come fanno tutti i giocatori, ma Ventura deve evitare le umiliazioni, perchè il comportamento di sabato è stato visto da molti così.

Qualcuno ha pensato a Del Piero, con Conte che spesso lo tiene in panchina, ma il paragone non regge, perchè Bianchi è nel pieno della sua maturazione e non è a fine carriera, inoltre davanti a sè non ha centravanti come Ibra o campioni simili. Ventura sa che Bianchi può essergli utilissimo in questo finale di stagione, ma va sostenuto per ottenere il massimo da lui. Non è un caso che chiunque sia stato interpellato, da ex giocatori o allenatori del Torino, ad altri personaggi celebri, tutti abbiano affermato che Bianchi deve giocare, perchè un giocatore come lui in B è un lusso.

E' vero, a volte i gioielli, per paura di essere rubati, vengono tenuti in cassaforte, ma nel caso specifico rischiano di ammuffire e di creare situazioni poi difficili da gestire. La convivenza tra i due non sembra facile in questo momento, anche se Bianchi ha sempre fatto intendere di essere cresciuto molto quest'anno grazie a Ventura, che l'ha fatto giocare più al servizio della squadra che da attaccante solista. Rolandinho però è un rapace d'area, se gli si toglie la gioia di volare (e segnare) è un male per tutti. Anche per il mister stesso.


Altre notizie
PUBBLICITÀ