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È mancato solo un pizzico di fortuna

di Marina Beccuti

Flavio Bacile

 

Questo Lerda bis comincia a piacere e non poco, prova n’è, la splendida cornice di pubblico che ha avvolto in un caldo abbraccio i granata. È stata, anzi è, la prova più concreta, per chi avesse ancora qualche dubbio sulle potenzialità di una piazza come quella di Torino, una piazza che non solo merita la massima serie, ma è all’altezza di competere per traguardi molto più prestigiosi. Una sorta di auto promozione dei tifosi ai futuri acquirenti del Torino F.C. Migliore in campo quindi il pubblico, lo stesso che fino all’altro ieri sembrava essere il maggiore ostacolo da superare per gli uomini di Lerda, un ostacolo psicologico forse, che comunque alla prima chiamata, alla prima adunata ha risposto presente; come sempre.


Questo Toro è profondamente cambiato, qualcosa ha fatto scattare la molla giusta, quella insomma che ti fa vedere sempre più forte dell’avversario, anche quando ti trovi sotto di un gol, immeritatamente, ed il tempo continua inesorabilmente a passare. E, il Toro, contro la Reggina si è trovato sotto nel suo momento migliore, roba che avrebbe stroncato definitivamente il torello di pochi mesi addietro. I granata hanno avuto invece il merito di crederci fino in fondo, di spingere sull’acceleratore anche quando le forze sembravano venir meno, senza compatirsi o piangersi addosso. Una nota di merito va fatta a Franco Lerda, un tecnico che avevo criticato per alcune scelte in epoca non sospetta, i cambi sono stati fatti nel momento giusto e nel modo giusto. Fortuna dirà qualcuno, ma non è quello che penso io. I cambi, Sgrigna, Iunco e Cavanda hanno realmente dato al Toro quel qualcosa in più che in quel momento mancava, sia dal punto di vita tecnico che tattico, sia dal punto di vista emotivo.


Una partita che con un pizzico di fortuna in più si poteva vincere, contro una Reggina, parere personale troppo remissiva, che sicuramente si è trovata di fronte il miglior Toro della stagione, almeno dal punto di vista caratteriale, e che deve ringraziare Puggioni per non essere capitolata prima. Quanto al Toro, ho apprezzato particolarmente la prova di Pratali, tornato fisicamente su livelli più che accettabili, e la partita difficile di Bianchi, mal supportato, questa volta da un Antenucci a volte svagato. Buono l’apporto di Sgrigna, autore dell’assist che ha permesso il pareggio e di alcune giocate di classe, esempio, il primo pallone toccato con cui libera Antenucci in area di rigore, e la discreta prova di Gasbarroni, ancora troppo innamorato del pallone per il mio gusto personale, ma comunque tra i migliori nella prima frazione. Penso che velocizzare l’azione possa in definitiva mettere maggiormente in difficoltà la difesa che non portare palla, permettendo alla stessa di posizionarsi in area, ed è questo che il Toro deve fare, mettere in difficoltà su qualunque palla l’avversario di turno.


Di fatto, un Toro che mi è piaciuto, e non è questione di modulo, anche se preferisco maggiormente quello attuale al precedente, ma di concretezza, di convinzione, di voglia di raggiungere il risultato a tutti i costi. Bravi i ragazzi, bravo Lerda.


Venerdì si replica contro il Modena di Bergodi, una squadra che cercherà contro di noi di non chiudere la sua stagione con largo anticipo. Salvezza acquisita, resta l’ipotesi playoff ancora aperta, difficili da raggiungere ma non ancora impossibili. Partita sicuramente difficile e, per come la vedo io, in assoluto la più difficile, quella cioè che può darci l’abbrivio necessario per affrontare il resto del campionato con una consapevolezza assoluta dei propri mezzi. In caso contrario tutto sarà ancora in gioco, con un Toro però che è tutt’altra cosa da quello del girone d’andata.


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