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Basta fare gli "struzzi", è il momento di criticare

di Matteo Maero

Un'altra sconfitta. Il Toro di campionato sembra un lontanissimo parente di quello convincente che vediamo ogni due settimane in Europa League. Forse. Perché, altrettanto forse, va considerato anche il livello del girone d'Europa, che è piuttosto basso.

Perciò, sarebbe da stolti dire che le cose stanno andando bene. Non c'è la tanto sbandierata crescita, ne tecnica ne individuale, perché i problemi del Toro stanno diventando "soliti" e non più episodici. È da inizio stagione che il centrocampo gira a 3 cilindri, Vives comincia a giocare ad intermittenza (il prossimo anno saranno 35 primavere ndr), Benassi rimane acerbo come un frutto fuori stagione, Sanchez Miño non ha ancora acquisito i tempi del calcio europeo dopo tre mesi di "full immersion" nel calcio "venturiano" e Gazzi, che ci mette sempre tantissima quantità, non può fare tutto da solo. I rientri di El Kaddouri e Farnerud possono giovare, ma devono essere funzionali alla risoluzione della completa mancanza di identità di gioco. Ciononostante, non è finita qui.

La partita contro la Lazio ha palesato un ulteriore problema della squadra Granata: la prevedibilità. È chiaro a chiunque che se il Toro non riesce ad imporre il ritmo flemmatico che contraddistingue la sua manovra va in estrema difficoltà: lo ha capito benissimo Pioli, che ha ordinato ai suoi di non aspettare e di attaccare a testa bassa, costringendo Glik e reparto agli straordinarii. Perciò, è basta davvero poco per scardinare un intero gioco.

L'allarme deve suonare più forte che mai. Il 13esimo posto in classifica non deve essere un alibi, perché gli 8 punti ottenuti sono solo due in più di quelli del Chievo terz'ultimo. L'oblio è ad un passo.

È tempo di criticare, perché solo con l'occhio critico si può riconoscere la realtà delle cose. Una realtà che dice decrescita, rallentamento della manovra, palla lunga e pedalare, inadeguatezza di alcuni interpreti e che non deve essere sottovalutata in nome di un'abitudine imposta che ci rende tutti un po' "struzzi". Alziamo la testa dalla sabbia, con onore e vicinanza e accorgiamoci che il Toro sta calando pericolosamente. Prima che sia troppo tardi.


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