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Bianchi-Rossi, tra provocatori e provocati

di Marina Beccuti
Fonte: Marina Beccuti

Premetto che, pur ammettendo che Delio Rossi ha perso la testa, non riesco a condannarlo, così come ha detto stamani a Radio Sportiva un tifoso viola, che in tutta sincerità ha commentato: "Ha agito come avrebbero fatto gli 11mila tifosi del Franchi". Il gesto di Rossi mi ha portato alla mente il fallo di reazione di Rolando Bianchi verso tale Martino Borghese, il difensore del Bari che l'aveva picchiato per tutto il match senza mai essere ammonito. E Rolly si prese tre giornate di squalifica, comminate, guarda caso, dal cugino di Cairo, tale Gianfranco Valente, che non fece sconti per parentela. Poi la squalifica fu ridotta a due turni. E Bianchi pagò la multa societaria.

In genere la tradizionale ipocrisia che permea i cosiddetti benpensanti condanna sempre chi è stato provocato perchè ha reagito, mentre, pur pagando, e Ljajic pagherà, sembrano defilarsi dalla gogna mediatica i provocatori. Rolando Bianchi non doveva reagire perchè poi ha lasciato la squadra in dieci, così Rossi, che ha subito tre mesi di squalifica ed è stato immediatamente esonerato. Ma viene da dire nel primo caso: dov'era l'arbitro? Se avesse fatto il suo dovere, ammonire, per non dire espellere Borghese, avrebbe evitato quell'epilogo, così la dirigenza viola, nel secondo caso, se fosse stata al fianco del suo allenatore, probabilmente Ljajic testa calda non si sarebbe permesso un gesto del genere (c'è chi dice che sia partita anche una battuta su un famigliare di Rossi che addirittura non c'è più... e se questo fosse comprovato allora Rossi meriterebbe delle attenuanti). In questa faccenda viene in mente la corsa di Mazzone (dopo il pareggio del Brescia, squadra che allenava in quel momento) sotto la curva atalantina che aveva insultato la famiglia, con la voglia di buttarsi in mezzo a loro per menarli tutti. Perchè si chiede sempre ad un uomo di usare la ragione e non l'istinto, ma un uomo a volte fa prevalere l'ìstinto proprio per non essere ipocrita fino in fondo. Come Bianchi quando parlò di tifosi soloni, perchè avevano esultato quando si era fratturato una mano.

Reagire ad una provocazione si dice sia un segno di debolezza, pochi fanno tesoro del porgere l'altra guancia, perchè Gesù forse arrivava addirittura da un altro mondo, mentre noi poveri cristi in terra, permetteteci ogni tanto di mandare a quel paese qualcuno che ci ha offesi. Adriano Panatta, in una puntata di Ahi Piroso, a proposito di un vaffanc. disse che non era un insulto, ma una liberazione. In fondo Ljajic oggi gira con la sua faccina pulita, perchè sono certa che Rossi il pugno non gliel'avrebbe mai dato. E' stato più di ogni cosa un processo alle intenzioni esaltato dai media. Poi è chiaro, la squalifica è giusta per non alimentare un clima da far west, che soprattutto nello sport non dà il buon esempio. Ma abbiamo tanti altri cattivi esempi nello sport, travestiti da perbenismo di facciata e soprattutto di omertà.


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