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Bologna, i grattacapi di Pioli per l'attacco: segna solo Diamanti

di Riccardo Billia

Con quale spirito il Bologna affronterà il Torino domenica? Il morale non è dissimile da quello che aveva caratterizzato la gara d'andata dell'anno scorso a novembre, quando furono però i rossoblù ad incontrare i granata all'Olimpico. D'Ambrosio aveva sbloccato una sfida soporifera, e grazie al sigillo del terzino, l'undici di Ventura aveva portato a casa tre punti preziosi. L'anno scorso il reparto offensivo della squadra di Pioli verteva soprattutto sull'estro di Diamanti e sull'esperienza sottoporta di Gilardino. Con il passare delle giornate di campionato, i felsinei riuscirono poi a trovare le alchimie giuste per conquistarsi una tranquilla salvezza, anche grazie a qualche sussulto di Gabbiadini. Quella che incontrerà il Torino domenica, è una formazione anemica in zona gol. Anche nell'amichevole di ieri contro una squadra di Eccellenza, l'ambiente emiliano ha dovuto registrare l'assoluta importanza del suo capitano. Non solo in termini di carisma. Ma, per essere pratici, in riferimento alla sua capacità di gonfiare la rete. E a questo proposito, risulta inevitabile toccare il tasto Bianchi, l'attaccante che dovrebbe, sulla carta, sostituire Gilardino e non far rimpiangere troppo il totem Marco Di Vaio. Come scrive l'editoriale di tuttobolognaweb.it, "la punta bergamasca, nella mezz’ora giocata, non è riuscita a segnare. Sono state tre le occasioni per andare al tiro avute, di cui la seconda con un vero e proprio incaponimento che praticamente lo ha portato a togliere il pallone dai piedi di Moscardelli, per poi concludere con un diagonale a lato. Il numero nove sta iniziando a sentire il peso della mancanza del gol, questo è evidente, e la partita di domenica contro il Torino avrà per lui una valenza fondamentale: segnare contro la sua ex squadra, contro quell’allenatore con cui non è mai andato d’accordo, la prima rete ufficiale con la maglia del Bologna significherebbe scacciare quell’eco per lui fastidiosa che rimbomba sotto i portici, e che porta di arcata in arcata il nome di Gilardino. L’eredità di due giocatori come il genoano e Di Vaio è pesante, e questo lo sapeva anche lo stesso Bianchi: per lui è arrivato il momento di dimostrare di essere all’altezza della situazione".


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