Bologna, i nostri avversari visti da vicino
Domenica il Torino affronterà il Bologna, autentica rivale granata, attualmente confinata al 17° posto in Serie A. 18 in totale i punti conquistati finora, e soltanto 3 lunghezze nelle 4 partite con Davide Ballardini (subentrato nel mese di gennaio a Stefano Pioli) al timone della compagine rossoblu. Una squadra senza dubbio in crisi, ma analizziamo più da vicino i nostri prossimi avversari per capire cosa ci attende sul campo.
Portieri: Gianluca Curci non è certo un fenomeno, ma non gli si può ascrivere totalmente la colpa dell’attuale cattivo rendimento rossoblu, nonostante alcuni errori clamorosi. Stojanovic è troppo acerbo (20 anni) ed ha finora scaldato la panchina.
Difesa: La squadra è migliorata nettamente dal punto di vista difensivo, rendendosi piuttosto ostica da aggirare grazie agli schemi del mister cesenate. Al centro può contare su validi giocatori (Antonsson, l’ex-granata Natali, Sørensen, Cherubin) che in area di rigore si fanno rispettare, grazie alla loro stazza e a una invidiabile media di 190 centimetri di statura del reparto. Non si può dire lo stesso dei terzini, vero e proprio tallone d’Achille dell’intera rosa. Gli unici a tenere alta la bandiera in questa stagione sono stati, seppur tra mille incertezze, Garics e Cech, diligenti quando si tratta di contenere. Morleo, invece, fatica a gestire le discese avversarie dalle sue parti, rendendo la fascia sinistra terreno di conquista per gli avversari. Non pervenuti, per poco utilizzo o pessimo rendimento, Mantovani e Crespo.
Centrocampo: Oltre ai centrali difensivi, il relativo punto di forza della compagine felsinea è il centrocampo. A livello di interdizione si può definire tranquillamente un buon reparto, con Michele Pazienza, il veterano Diego Perez e Rene Khrin sugli scudi. Se la fisicità e i polmoni al servizio della squadra non mancano, non si può dire lo stesso dei piedi buoni o della visione di gioco, qualità che scarseggiano all’interno della linea mediana felsinea. Sarebbe Laxalt, giovane talento uruguaiano in prestito dall’Inter, l’uomo deputato a rompere gli schemi avversari, ma il suo essere anarchico in campo comporta enormi grattacapi in termini difensivi. Dopo gli ultimi, positivi mesi a Siena, ci si aspettava che Francesco Della Rocca potesse tornare ad essere il centrocampista completo che aveva sorpreso tre stagioni fa; gli infortuni muscolari, tuttavia, non gli hanno dato tregua e non ha mai potuto dare un vero contributo finora alla causa rossoblu. Christodoupoulos, nonostante l’impegno, non ha la caratura tecnica per giocare in Serie A. L’unico in grado di fare la differenza sarebbe Panagiotis Kone, più volte accostato al Toro, ragazzo che ha i tiri da lontano nelle vene ed è capace, con i suoi inserimenti da trequartista e la sua tecnica, di mettere in apprensione le difese avversarie. Non poteva mancare un “però”: di recente viene utilizzato nel ruolo che meno apprezza, ossia come interno di centrocampo, dove è incatenato da compiti tattici di varia natura. Insomma, un gatto che si morde la coda. Potrebbero fornire qualche geometria in più i recenti innesti di Friberg e Ibson, ma sembra difficile che possano essere decisivi da subito.
Attacco: Quanto detto prima non è che un accenno al vero problema del Bologna in questa stagione, ossia la fase offensiva. Solo 20 le reti segnate finora (4 nelle ultime 8 partite) e, soprattutto, una completa dipendenza dalle giocate dell'ormaipartente capitano Alessandro Diamanti. Un reparto, quello offensivo, che presenta troppi giocatori simili e senza le caratteristiche tali da poter saltare l’uomo o inventare che possa mettere in difficoltà gli avversari, fatta eccezione per “Alino”. Neanche le doti atletiche assistono le speranze rossoblu: l’unico giocatore in grado di sprigionare una certa velocità è Jonathan Cristaldo, abbastanza positivo sotto la guida di Stefano Pioli, ma ora del tutto fuori dalle rotazioni con Ballardini. Rolando Bianchi, invece, lo conosciamo bene; purtroppo è innegabile il pesante calo atletico che ha vissuto nelle ultime due stagioni. Non gli si può certo chiedere un’accelerazione alla Cristiano Ronaldo, ma nei colpi di testa è ancora uno dei migliori della Serie A, e le sue tre reti finora sono state tutte realizzate in questo modo. Moscardelli è un onesto mestierante degli ultimi 16 metri, ma non rispecchia esattamente la definizione di “qualità”. Stesso discorso per Robert Acquafresca, doppione di Bianchi ed eterno panchinaro sotto le due torri.
Dentro il match: Mancheranno Moscardelli e Kone per squalifica, il neo-acquisto Ibson, Pazienza, Cech, forse Della Rocca e persino Diamanti. In particolare, l’assenza del trequartista greco può far tirare un sospiro di sollievo ai granata, trattandosi (secondo il sottoscritto e non solo) del miglior elemento a disposizione del Bologna. Defezioni pesanti per Ballardini, che dovrà ancora una volta ridisegnare la formazione titolare nel 3-5-2 utilizzato in queste ultime giornate: verranno probabilmente rispolverati giocatori che nell’ultimo mese hanno visto poco il campo come Khrin, Laxalt e Cristaldo.
Quella che si presenta per il Torino, dunque, è una grande occasione per impreziosire ulteriormente la classifica granata; per i rossoblu, graziati nelle ultime giornate dai risultati favorevoli delle dirette concorrenti, la missione sarà sopravvivere al difficile trio Torino-Milan-Roma che li attende in attesa del mese di marzo, da non fallire, che presenta ben 5 scontri diretti. Una sfida, come da tradizione, carica di significato. Quel gol di Di Vaio, in fin dei conti, non l’abbiamo mai digerito.
Ha collaborato Giacomo Corongiu