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Cairo, dura la vita del presidente

di Marina Beccuti

Grandi grattacapi per Cairo che, pur avendo le sue colpe, essendo lui la punta della piramide come responsabilità, si è sicuramente trovato in una situazione che non si aspettava. Come il cambio di allenatore che non voleva attuare e la polveriera che è scoppiata, non solo a causa dei cattivi risultati, ma anche delle esternazioni poco diplomatiche di Petrachi. Il presidente può anche aver bluffato qualche volta, ma non è mai arrivato a delle accuse così pesanti verso la squadra, come invece ha fatto Petrachi, il quale senza dubbio ha avuto coraggio a dire quello che pensava. Se il ds ha detto certe cose avrà avuto i suoi motivi e le sue ragioni, ma forse era il caso che lo facesse all'interno dello spogliatio, anche a rischio di prendersi a cazzotti con qualcuno, ma con un vis a vis più consono alla situazione.

Non tutti i giocatori hanno battuto la fiacca, qualcuno ha reso meno del previsto, come D'Ambrosio per fare un esempio, che forse ha creduto troppo in fretta di essere diventato un fuoriclasse. Altri hanno subito qualche involuzione non per colpa loro, anche se momenti di appannamento capitano a tutti nel corso della stagione, ma per questioni tecniche, giocando in ruoli impropri e poi trovandosi improvvisamente a dover fronteggiare una nuova realtà tecnica. Com'è possibile rendere in un gruppo che cambia ogni sei mesi? Ora al presidente toccherà intervenire di persona per ricomporre le fratture, almeno da qui a giugno, poi chi non ci sta potrà tranquillamente andarsene. Adesso no, deporre le armi nel momento cruciale non è da Toro, che deve combattere fino alla fine, costi quel che costi, anche essere costretti ad ingoiare amaro in questi ultimi mesi di campionato. Ma il bene comune deve prevalere su quello personale.


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