Cairo vuole chiedere i danni per l'addio di Petrachi. Ma a perderci è il ds leccese
Cairo infuriato per l'addio di Petrachi. Sicuramente non deve essere stato un fulmine a ciel sereno perchè, quando è uscita l'indiscrezione, c'era ancora il sentore della neve più che del mare vacanziero. Non ha voluto credere alle notizie che provenivano da Roma, oppure ha fatto finta di nulla, pensando che dieci anni passati insieme, crescendo anche insieme, potessero tenere il legame solido e senza sbavature. Ma è chiaro che un dirigente, come un giocatore, hanno sempre voglia di fare nuove esperienze ed è giusto cambiare qualche volta, fa bene a tutti fare esperienze diverse. Il Toro e la Roma si equivalgono, ma l'ambiente giallorosso di sicuro non è l'apice, al momento, cui uno possa ambire. Un presidente italo-americano che un po' è in Italia e un po' negli Usa, e tante cose da sistemare, un compito che può stuzzicare Petrachi, che magari ha voglia di avere maggiori responsabilità e più libertà di azione. Magari anche può essere una scelta di vita, visto che la famiglia dell'ormai quasi ex ds granata vive a Lecce.
Al Toro, con Cairo, è difficile avere carta bianca e spesso il mercato, giustamente, va fatto con parsimonia, senza sperperare.
Comunque sia non c'è solo Petrachi come ds e Cairo troverà sicuramente la giusta soluzione, sia se verrà promosso Massimo Bava, che se dovesse scegliere un direttore sportivo più esperto. Cambiare questo ruolo chiaro significa anche modificare alcune strategie, la cosa più importante è che Petrachi non porti via i big della squadra, quello sarebbe un colpo basso davvero spiacevole. Ma siamo certi che Belotti e compagni resteranno in granata, perchè il Toro è una cosa, Petrachi un'altra, qui sanno che c'è solidità societaria e voglia di fare bene, meglio ancora di quest'anno. Una base senza ombre.