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Camolese lo stakanovista

di Marina Beccuti

Cosa vuol dire avere il cuore Toro a mille, desiderare di tornare sulla panchina più ambita in silenzio, per non disturbare il lavoro altrui e poi miracolosamente ricevere la telefonata tanto attesa. Chi ha avuto modo di sentire Camola in questi anni conosce il suo sogno e anche l'amarezza di essere stato allontanato, in modo ingrato, da Cimminelli, per cui ora la sua vita, da qui al 31 maggio, è tutta concentrata sulla salvezza del Toro. Per Camolese in ballo non c'è solo il suo futuro ma anche quello della sua squadra del cuore, che ama fin dalla nascita.

Il neo tecnico granata non lascia nulla al caso e da giovedì s'è messo al lavoro con determinazione, facendo faticare i giocatori con due sessioni giornaliere e portandoli a pranzo insieme per fare gruppo nel momento più sereno della giornata: quando ci si siede a tavola. Questo cosa vuol dire? Che prima De Biasi e poi Novellino non hanno fatto lavorare a dovere la squadra e questo spiega perchè i giocatori non hanno mai retto ad alti livelli i match, tranne qualche eccezione, come contro l'Inter al Meazza e nel recente derby.

De Biasi e Novellino forse non sentivano tanto loro l'impresa, consci che prima o poi sarebbero saltati immaginando l'impulsività di Cairo. Qui sta l'errore del presidente che ha fatto contratti lunghi e costosi ai due sopra citati allenatori, senza essere convinto nemmeno lui della scelta fatta. In questo momento per il Torino comincia una nuova stagione, dalla prossima partita contro il Palermo, dove Camola incontrerà da avversario Balzaretti, che fece esordire lui in serie A quando era un Primavera molto promettente, anche se ancora un po' gracile. Nove finali attendono i granata, da giocarsi al fulmicotone, con Camolese che non lascerà nulla al caso.