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Carlo Nesti, Bazex: sport pagato dalla mutua

di Marina Beccuti

In Francia, si fa strada un’idea: "Lo sport deve far parte delle prescrizioni del medico come gli antibiotici, l'aspirina o gli antidepressivi" ha dichiarato a “Le Figaro” il dottor Jacques Bazex, proprio mentre il governo di Francois Hollande vuole lanciare una politica pubblica,
in favore dell'attività fisica.

Lo sport prescritto dal medico di base, e rimborsato dalla previdenza sociale, come un farmaco: è l'Accademia nazionale di medicina di Parigi ad avanzare l’insolita proposta, che sta sollevando il dibattito in Francia. Si tratta di prevenzione, basandosi sui benefici, ormai riconosciuti, dell'attività motoria sulla salute.

La pratica tra i bambini di età pre-adolescenziale, come in Italia, risulta bassissima. Sulla ricetta, il medico dovrà indicare lo sport da scegliere, e il suo livello di intensità, nonché i controlli da osservare. Usato come terapia, potrà essere a carico della mutua, e coperto dalle assicurazioni.

In chiave esistenziale e psicologica, lo sport fa venire in mente queste parole, che legano corpo e anima, anche nel Vangelo: “La lucerna del corpo è l’occhio; se dunque il tuo occhio è chiaro, tutto il tuo corpo sarà nella luce; ma se il tuo occhio è malato, tutto il tuo corpo sarà tenebroso” (Mt 6,22-23).

L'Accademia francese sottolinea che lo sport ha effetti benefici su sonno, stress e ansia. Favorendo l'ossigenazione dei tessuti, migliora la funzione cardiovascolare e polmonare, i muscoli, lo scheletro, il sistema nervoso, il cervello, e i supporti dell'immunità. Insomma: agisce a 360 gradi su ciascuno di noi.

Fa rabbia che notizie del genere siano destinate a passare in secondo piano, rispetto al resto. Dicembre, mese natalizio, che dovrebbe essere foriero di “liete novelle”, ci ha portato in regalo, sui quotidiani, la tragedia di Amsterdam, dove un guardalinee è stato massacrato, e ucciso, da 3 ragazzi di 15 e 16 anni.

Quando lo sport passa dalla dimensione ludica (gioco) e terapeutica (cura) a quella agonistica, assume le stesse distorsioni della versione “business”, in cui tutto è consentito, pur di vincere. L’aspetto “formativo” lascia il posto a quello “deformante”, e il record è riuscire a insegnare che lo sport è un’altro.


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