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Carlo Nesti: "Toro: un arbitraggio indimenticabile"

di Marina Beccuti
Fonte: Carlo Nesti

Domanda: ma cosa ha mai fatto di male il Torino, per essere tanto odiato dal mondo del calcio? “Porqué?” si domanderebbe quel maestro di “umiltà” (!), di nome Mourinho. Anche io, dopo avere visto l’arbitraggio del signor Di Bello, durante Torino-Crotone, mi chiedo: perché? E ancora perché? E ancora perché?

Attenzione: partiamo dall’inizio, e distinguiamo le valutazioni. Non entro nel merito dei torti e delle ragioni del caso Padova-Torino. Anzi, dirò di più. Non ho gradito che la società granata prima abbia accettato di giocare gli ultimi 14’, e, solo dopo la sconfitta acquisita, abbia presentato ricorso.

Quindi, può avere ragione il Padova, ma è la tempistica, che appare veramente sconcertante. Dopo ben 5 mesi, proprio alla vigilia di un ciclo di fuoco per la squadra di Ventura, con 6 partite (3 scontri diretti) in 23 giorni, era il caso di togliere i 3 punti? I giocatori hanno ritardato il sonno, per aspettare la notizia.

In un paese in cui, dopo 22 anni, si capisce che un potenziale assassino, in realtà, non lo è (Via Poma), come stupirsi se si impiegano 5 mesi per stabilire il risultato di una partita? E so bene che la giustizia “a orologeria” è un altro dei nostri motivi di “vanto”, davanti al resto del globo.

Se c’era una formazione, obbligata a scendere in campo con una pressione psicologica inattesa, aveva la maglia granata. In certi casi, l’arbitro deve essere ancor più responsabilizzato, e cioè ridurre i margini di errore, consapevole del clima di tensione, originato dalla “farsa” della sera prima.

Al contrario, è arrivato il signor Di Bello. Francamente, non so se, per il settore arbitrale, basta avere il termine “Bello”, nel cognome, per garantirsi una carriera. Mi risulta che, di Lo Bello, ce ne sia stato uno solo, tanti anni fa, per cui voglio andare al di là della semplice battuta di spirito.

In 38 anni di lavoro, credetemi, raramente ho assistito a un arbitraggio simile. Siccome già qualche anno fa, per avere criticato Gava, dopo un Torino-Lazio, subii 5 settimane di sospensione da “Novantesimo minuto”, starò molto attento a non urtare le suscettibilità dei dirigenti del nostro disastrato calcio.

Allora, sul Web, scrissi di “arbitraggio da codice penale”. Esagerai, e mi scusai, forte di un curriculum esemplare: avevo sempre difeso gli arbitri. Chiesi a Collina, da me stimato come arbitro e come uomo, di tenerne conto. Ma non mi fu perdonato nulla, esattamente come se fossi un “urlatore” da talk show.

Ho inviato allo stesso Collina, dopo la partita, un Sms, per avvisarlo di quanto era accaduto a Torino: nessuna risposta. D’altro canto, oggi è così dappertutto. Io, in questi anni, ho risposto a tutti quanti hanno scritto a info@carlonesti.it, ma, evidentemente, sono superato, e fuori dai tempi.

Di Bello, e i suoi assistenti, hanno fermato, ripetutamente, i giocatori del Torino, lanciati a rete, per inesistenti fuorigioco. Hanno concesso al Crotone un rigore, che non c’era. Hanno negato ai granata un rigore, che c’era. E le ammonizioni, alla fine, sono state 5 per il Torino, e nessuna per i calabresi.

Inoltre, se il 90 per cento degli errori è stato a danno dei padroni di casa, il 10 per cento è stato a danno del Crotone, per cui lungi da me la faziosità. Qui non si tratta di tifare per una squadra, o per l’altra, ma si tratta di domandarsi cosa sta succedendo. Ma si può arbitrare, in questo modo, una partita così delicata?

Sono un inguaribile idealista. Avendo conosciuto persone meravigliose, come gli ex arbitri Trono e Trentalange, credo nella buona fede degli arbitri, anche se Calciopoli l’ha messa in dubbio. E allora? Cosa devo pensare? Cosa posso scrivere, per evitare che qualcuno si irriti, dinanzi alla verità dei fatti?

Scriverò: “è sembrato”. “E’ sembrato”, visto con gli occhi di un bambino, un arbitraggio “persecutorio”. Ripeto: “è sembrato”. Ma, probabilmente, essendo non più giovane, mi sbaglio. E’ stata un’impressione. Anche Ventura si è sbagliato, quando ha urlato: “Non ho mai visto niente di simile!”. Poveretto, vero?

Una cosa è certa: se, da Marte, sbarcasse qualcuno, ignaro della “buona fede” generale, rimarrebbe perplesso. Venerdì 3 punti tolti al Torino, quando poteva accadere 5 mesi fa. Sabato un arbitraggio sicuramente “non casalingo”. E il marziano penserebbe: ma come mai questo Toro è così poco simpatico?

Vi dirò quello che so. So che Cairo, e questo lo sapete anche voi, ha commesso degli sbagli, proprio come gli arbitri. In particolare, ha cambiato 7 direttori sportivi e 9 panchine (con 12 esoneri), non comportandosi sempre in maniera impeccabile. Negli ambienti del calcio, che contano, le persone sostituite, ovviamente, non hanno parlato bene di lui.

Quindi, quando si parla di “scarso peso politico”, si allude soprattutto a ciò: una “brutta fama”. Resta il fatto che qualsiasi giustizia, condizionata dal “peso politico”, non sarà mai vera giustizia, ma puro “arbitrio”. Ed è proprio questo aspetto che, a 6 partite dalla promozione, mi spaventa. Mi spaventa molto...         


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