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Cercasi un Toro convincente

di Marina Beccuti

Flavio Bacile

 

Non sarà fondamentale per la classifica questa partita interna del Toro contro il Crotone, ma ha il sapore di una partita che dirà tanto sul futuro di Colantuono e di molti giocatori granata, perché da quasi due mesi si cerca un Toro che non solo vinca, ma anche convinca, e non solo gli scettici. Il tecnico, cioè Colantuono, è apparso durante la settimana piuttosto tranquillo, sereno, ben oltre le nubi grigie che aleggiano in casa Toro, segno che la partita di Cesena gli ha chiarito più che un dubbio, sia sul modulo da adottare, sia sugli uomini da mandare in campo, a costo di rimettere tutto in discussione, uomini, sistema di gioco, stelle vere o presunte. E tra le stelle, in questo caso vere, l’unica ad aver brillato di luce propria è Bianchi.


Non è un caso quindi che il tecnico, in questo momento, sia alla ricerca di un modulo, ma anche di uomini, che possano mettersi a disposizione del capocannoniere del campionato, per sfruttare al massimo sue le potenzialità, e il momento “magico” che sta attraversando, nell’attesa, è ovvio, che qualche altra stella meravigliosamente si riaccenda. Un Toro quindi confacente alle caratteristiche di Bianchi, ma anche a quelle di Vantaggiato che spinge da dietro, dopo la prestazione “convincente” di Cesena, almeno sul piano della dedizione e del sacrificio, per conquistare non solo un posto di titolare contro il Crotone, ma un ruolo ben definito in questa squadra che vada oltre quello della riserva di lusso.


Insomma sarà sicuramente un Toro diverso, non più a trazione anteriore, ma a trazione posteriore, alla ricerca quindi di nuovi equilibri tattici, con un attacco non solo bravo ad offendere ma anche a difendere, un centrocampo che non solo torna in parità numerica nella zona nevralgica, ma che permetterebbe agli esterni rapide escursioni offensive senza il pericolo di lasciare praterie agli avversari, ed una difesa che avrà come primo compito proprio quello di difendere, lasciando a spazio, tempo ed opportunità, surplus sempre graditi.
Un Toro che almeno sulla carta possa presentare l’eventualità di offendere nel mezzo con i due arieti, sulle fasce con gli esterni, e centralmente con l’inserimento a turno di uno dei centrocampisti, ferma restando la possibilità di far arrivare i pericoli anche da dietro grazie a triangolazioni e sovrapposizioni. Insomma un 4.4.2 in piena regola, che, di fatto, significherebbe l’esclusione dalla formazione titolare di Gasbarroni, che può far sì l’esterno, a prezzo però di particolari accorgimenti tattici, come ad esempio l’avere un mediano in più e la rinuncia dell’interno di centrocampo.


In parole povere difficilmente vedremo in campo dall’inizio Gasbarroni e Belingheri, così come Gorosbov e Loviso con Gas in campo, sempre che la partita per necessità non ne richieda l’utilizzo. Il Toro, si potrebbe dire, ricerca se stesso, quello delle prime giornate, almeno dal punto di vista del risultato, giacché tatticamente era tutt’altra cosa, e lo fa ripartendo dalle basi, cioè dal centrocampo, l’unico dei reparti che può dare corpo alla difesa e sostanza all’attacco, puntando sul modulo, sul rigore tattico, sulla disciplina dei singoli, e non più sull’estro e sulla classe dei singoli, almeno fino a quando sul cielo di Torino non tornerà a splendere il sole. Un Toro che vince e convince, con la forza del gruppo, più simile, forse, alle idee del tecnico. Per ora, e lo dico conscio delle difficoltà che affronteremo contro il Crotone dell’ex Lerda, accontentiamoci di essere convincenti, il campionato di serie B è lungo, questo è vero, ma non infinito, e i nodi vengono sempre al pettine, spesse volte prima del termine.


 


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