Cerci, le cessioni convenienti e il Grande Balzo
Fonte: Matteo Maero per TorinoGranata
La prestazione offerta da Alessio Cerci ieri sera contro il Brasile è stata maiuscola: le sue sgroppate hanno dato fluidità alla squadra e i suoi cross efficaci hanno illuminato spesso le punte. Insomma, in azzurro o in granata, l’esterno ex-Pisa tiene in mano le redini del gioco. Inoltre, a fine partita, Prandelli ha speso parole di elogio per l’esterno, definendolo, forse impropriamente come: “Un giovane di belle speranze”. Qualcuno gli ricordi che Cerci compierà 26 anni a luglio e che la gioventù calcistica è ormai da una decina d’anni riferita unicamente agli Under 21.
Parole campate in aria a parte, che Alessio si sia ormai imposto tecnicamente non è una novità. Dopo Balotelli è stato il migliore in campo ed ha così strappato applausi ed elogi. Così, è opinione nascente che il Toro potrebbe stare stretto all’Henry di Valmontone, meritandosi scenari sicuramente più blasonati.
Se quest’ultima fosse solo un opinione da bar, non gli dedicherei nemmeno un articolo, chiaro. Perché l’idea di strappare Cerci al Toro sta realmente balenando nella testa dei cosiddetti “addetti ai lavori”, Direttori Sportivi in primis.
In prima linea c’è sempre Pradè, DS della Fiorentina, proprietaria della metà del granata dalla folta chioma. Sembra che Montella, meravigliato dalle sue capacità, lo voglia reintegrare negli schemi tattici. Tuttavia, pare che Cerci non voglia tornare nella squadra in cui ha passato i peggiori mesi della sua vita. Ma il Torino FC?
La dirigenza, davanti ad un offerta succosa, potrebbe accettare una cessione clamorosa. Nella storia del Torino è già successo (Lentini docet) e potrebbe benissimo ricapitare. Tuttavia, le cose stanno cambiando, in meglio: la gestione Cairo, nei suoi primi 7 anni, non ha mai lasciato andare via un “Top Player” senza che egli avesse espresso volontà di partire (come nel caso di Rosina). Fanno da prova i casi di Bianchi, precedentemente oggetto di importanti offerte e di Ogbonna, trattenuto a tutti i costi in ben tre sessioni di mercato, anche a fronte di offerte quasi irrinunciabili.
Ed ora, si presenta la questione Cerci: il ragazzo, anima tecnica del Torino, è alla ribalta delle cronache calcistiche, ma l’intenzione chiara che traspare dalle dichiarazioni della dirigenza è quella dell’acquisto definitivo al fine di assodarlo come punto fermo della squadra. Se alla fine le parole si tramuteranno in fatti, allora sarà la prova definitiva di un balzo in avanti che l’intera tifoseria attende ormai da troppo tempo. Così, oltre che un contratto definitivo, qualcuno firmerà anche un’ipotetica autorizzazione a sognare in qualcosa di più. Dirigenza permettendo.