.

Ciao Giorgio, indelebile ricordo del Capitano che fu

di Marina Beccuti

Occhi color del mare e poche parole, ma bastava uno sguardo per gelare tutti, compagni e avversari. Il Torino, con tutto rispetto per gli altri nomi, ha avuto due Capitani con la C maiuscola, Valentino Mazzola e Giorgio Ferrini, ricordato anche da Sinisa Mihajlovic dopo il match stravinto contro il Cagliari per 5-1 di sabato scorso. Il tremendismo granata nasce proprio dalla ferrea volontà di Ferrini, triestino trapiantato in Piemonte, una vita al Toro, dopo una sola stagione al Varese (all'epoca si diceva a farsi le ossa), Ferrini tornò al Torino nella stagione '59 e vi rimase fino al termine della carriera, nel 1975, l'anno prima dello storico scudetto. Il capitano giocò ben 443 match, segnado 42 gol. Nel '75/76 fu vice di Gigi Radice. Poi il dramma di due ictus che lo portarono via ai suoi cari e a tutta la famiglia granata a soli 37 anni, proprio quarant'anni fa, l'8 novembre 1976. Il suo feretro fu esposto al Filadelfia e ci fu una folla immensa che andò a salutarlo, in fila, silenziosi, come fu lui nella sua breve vita. La commozione era estrema perchè se n'era andato un giovane marito e papà, ma anche un emblema della storia granata. Un'altra delle tante tragedie che colpirono il Toro, che divenne leggenda anche per la sua storia fatta di gloria e dramma. Ferrini che arrivava a piedi al Fila, perchè all'epoca i giocatori non avevano paura ad incontrare la gente, facevano parte della gente, con la differenza che provavano a farla sognare. Ciao immenso Giorgio.


Altre notizie
PUBBLICITÀ