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Cinque schiaffi in casa, pazzesco...

di Marina Beccuti
Fonte: Flavio Bacile per TorinoGranata

Spiegare Torino-Napoli è a tratti impossibile, in nove minuti è stato buttato alle ortiche quello che si era riusciti a fare in ottanta. Intendiamoci, il Napoli per gran parte della partita si è dimostrato superiore ai granata, Napoli che veniva da un periodo di crisi più o meno latente, ma il Toro a dieci minuti dalla fine si trovava in vantaggio, e non aver portato a casa un risultato positivo è veramente un delitto. Ancora una volta la squadra di Ventura dimostra di non aver l’intelligenza necessaria per gestire “certi momenti”, e non è a mio parere una questione di esperienza, ma una questione puramente tecnica, e se volete anche tattica.


La partita è stata piuttosto difficile per i granata, alla pessima partita degli esterni difensivi, D’Ambrosio, Darmian e Masiello, si è aggiunta l’ennesima partita senza sostanza di Santana, che comunque continua ad essere proposto titolare, ed il passaggio a vuoto di Cerci, che evidentemente non può portare sempre la croce praticamente da solo. Quanto a Vives, ho già detto quello che penso, metterlo in posizioni più o meno cervellotiche serve a poco. Buono invece l’impatto di Meggiorini sul match, meno mi è piaciuto Barreto, partita comunque positiva, in gol dopo più di due anni. Insufficienti, sempre a mio parere, le prestazioni di Glik, Rodriguez e Basha. Tirando le somme, sufficienti solo Gillet, Meggiorini, Barreto e Jonathas.

Un po’ poco per sostenere che abbiamo fatto una discreta partita. A Parma ad esempio avevamo giocato meglio, contro un avversario sicuramente inferiore al Napoli, l’unica cosa identica è stato il quarto d’ora di follia a fine match.

Quanto al cambio di modulo, se è piaciuto a Ventura, siamo tutti contenti. A me non è piaciuto per niente, un gol casuale, non alla Barreto come ho letto da qualche altra parte, ma frutto di un batti e ribatti in area di rigore, e una buona azione conclusa malissimo da Santana. Tutto qui. Il Toro con il 4-2-4 ha fatto molto meglio, lo dicono i numeri, che di solito non mentono e non hanno partigianeria, poi ci si può anche innamorare di alcune idee di gioco, e sostenerle sino alla fine.


Capitolo Bianchi, non può ormai più mancare. Questa volta mi astengo. Dubito però che un professionista come Bianchi, pur in scadenza di contratto, abbia delle difficoltà a trovare le motivazioni giuste per scendere in campo. Che poi si decida di schierarlo titolare, farlo sedere in panchina o mandarlo in tribuna, è una questione che spetta al tecnico. Dire che per Bianchi ogni partita è diventata un esame sarebbe stato più giusto, cosa che non capita ad altri giocatori, che evidentemente godono di una maggiore stima da parte del tecnico, nonostante il loro score sia piuttosto povero. Perché Bianchi, miglior marcatore del Toro in questa stagione, sia continuamente sotto esame è un paradosso, c’è una risposta ma non c’è la domanda.


Andiamo ora a Bologna, cerchiamo punti salvezza, speriamo di non dover nuovamente commentare un Toro che poteva essere, e che invece non è stato. Se la partita durasse ottanta minuti sarebbe anche meglio.


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