Cruijff, le stelle stavano a guardare ed imparare, come il Toro di Radice
Chiudere gli occhi e immaginare i grandi del calcio tutti insieme, ce ne sono stati nella storia, farebbero almeno una decina di squadre importanti, ma alla fine quelli che restano nell'immaginario collettivo non sono poi tantissimi. Pensi prima a Pelè, stratosferico, che ha portato il Brasile ad essere per lustri il miglior calcio del mondo, poi ti viene in mente Maradona, la sua fantasia estrema, in campo e fuori. Poi arriva Johan Cruijff, molto silenzioso fuori dal campo, ma dentro illuminava uno stadio senza luci. Ha fatto grandi l'Ajax, l'Olanda e il Barcellona, ha fatto innamorare ragazze di ogni età e paese perchè non era bello, ma aveva il fascino di quella beat generation fatta di chitarra, capelli lunghi e la voglia di stupire mettendo a tacere i luoghi comuni. Gente che aveva anche il coraggio di esternare cosa non andava. Ma ve li immaginate un Gigi Meroni che lanciava un Cruijf, in uno splendido scenario di calcio senza regole, senza schemi, senza limiti? Ma il Torino prese ad esempio proprio il famoso pressing dell'Olanda, con Gigi Radice che riportò lo scudetto in granata, grazie a quell'intuizione fantastica, di un Torino che giocava splendidamente al calcio. Con tutto rispetto, una vera libidine!
La fantasia contagiava chi stava in campo e chi sugli spalti si stropicciava gli occhi per poi sorridere, saltare, divertirsi, perchè il calcio, quello bello, quello estroso, quello cosiddetto poetico, alla fine regalava una gioia immensa, pensavi di essere dio perchè avevi visto giocare qualche angelo, che quando correva non toccava nemmeno terra.
L'Olanda di Cruijff (che però a quell'edizione non partecipò per motivi di sicurezza personale) avrebbe meritato di vincere almeno un titolo mondiale, ma gli fu negato in modo eclatante nel '78, rubatogli dall'Argentina di Videla, che doveva per forza uscire vincente. Un mondiale insanguinato dai tanti, troppi desaparecidos, con i giornalisti olandesi che ebbero anche il coraggio di denunciare quello che stava succedendo nel paese sudamericano. L'Olanda non arrivò nemmeno tra le quattro finaliste.
Johan un anno fa disse di avere un cancro ai polmoni, furono le sue ultime parole, il suo congedo dal mondo, pur sperando in qualche miracolo. Fino ad oggi nessuno ha saputo più nulla di lui, se non scoprirsi più solo con la sua scomparsa, pur pensando che un dio, anche se assai pagano com'era lui, avrà un posto speciale in qualche parte del mondo, per dare l'illusione in terra che uno come Cruijff non ci lascerà mai soli.