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Da D'Ambrosio a Maksimovic, passando per Peres e Nkoulou: perché Petrachi ha tanti estimatori

di Alex Bembi

Da Maksimovic a Bruno Peres, passando per Immobile e Nkoulou: se qualcuno dovesse chiedersi perché Gianluca Petrachi è considerato da addetti ai lavori e colleghi tra i migliori Direttori Sportivi italiani, basterebbe la lista verticale dei suoi colpi di mercato. Tutto ebbe inizio quando il Presidente Cairo affiancò un giovane dirigente (alla seconda esperienza, dopo due anni a Pisa) all’esperto Rino Foschi, affidando loro il delicato compito di costruire una rosa all’altezza di una società gloriosa come il Torino. Fino a quel momento, tutti i DS scelti dal Presidente non avevano convinto e persino con Foschi le cose non andarono nel migliore dei modi. Ma l’intuizione di Cairo fu proprio affidarsi al vice Foschi per la tentare la scalata alla serie A, nella stagione 2009/10. Il primo vero acquisto rivelatosi poi un colpo da novanta, fu Danilo D’Ambrosio. Prelevato nelle serie minori quando giocava con la Juve Stabia, il terzino sconosciuto al grande calcio iniziò una scalata che lo ha portato ad essere titolare da molti anni nell’Inter e a debuttare con la maglia della Nazionale. Da qui in poi la costante di Petrachi: portare in granata con un tozzo di pane giocatori sconosciuti o da rilanciare e farne per il Presidente Cairo delle enormi plusvalenze che consentono al Toro di finanziare ogni anno il mercato (e tanto altro) con una cessione o due. Volete altri due esempi facili facili? Matteo Darmian e Kamil Glik. I due difensori erano giovani e poco utilizzati nel Palermo di Zamparini, addirittura il polacco non aveva mai esordito con la maglia rosanero in serie A (aveva giocato solo qualche spezzone in Europa League). Petrachi però ha la vista lunga e portandoli alla corte di Ventura ne fa due colonne granata degli anni a venire. Darmian finirà per contare 36 presenze con la maglia azzurra, Glik oltre ad essere pilastro a Europei e Mondiali con la sua nazionale, andrà a giocarsi le semifinali di Champions League con il Monaco. Naturalmente, presi entrambi ad una manciata di milioni, vengono rivenduti ai francesi e al Manchester United a peso d’oro. Se poi vogliamo parlare di Belotti che dalle panchine di Palermo è passato, a suon di gol, ad avere una clausola rescissoria da 100 milioni, possiamo rendere meglio l’idea.

Non vi basta? Maksimovic e Bruno Peres erano due giocatori sconosciuti ai più, ma non alla rete di scouting messa in piedi dal buon Petrachi che li pesca all’estero, confermandosi anche sui mercati internazionali. Dopo alcune ottime stagione in granata, Napoli e Roma bussano alla porta di Cairo per offrire ponti d’oro: il brasiliano viene acquistato per una cifra intorno ai 15 milioni tra prestito iniziale, riscatto e bonus, mentre De Laurentis per il centrale serbo si spinge oltre i 25 milioni di euro. Nelle casse granata giungono oltre 30 milioni di plusvalenza, solo per due giocatori. Questo è Petrachi, bellezza.

La lista potrebbe continuare, ma c’è anche il capitolo “giocatori da rilanciare”. Il DS pugliese è un vero mago nel prendere calciatori in fase calante, bocciati nelle ultime stagioni e riproporli al grande pubblico. Tra i risultati migliori senza dubbio vanno citati Ciro Immobile, arrivato dal Genoa (via Juventus) dove segnava col contagocce e diventato capocannoniere della serie A col Toro, Iago Falque ormai ai margini nella Roma e divenuto colonna portante dei granata attuali e Adem Ljajic. Sul serbo vanno spese due parole a parte: il talento era sotto gli occhi di tutti, ma le bizze tipiche dei giocatori estrosi come lui non lo avevano mai fatto sfondare realmente. Nel Toro, tra alti e bassi, due stagioni di ottimo livello e una maturazione evidente. Il trasferimento in Turchia di quest’estate non fu una punizione, ma semplicemente una scelta tecnica, con il neo tecnico Mazzarri poco incline a cambiare il suo modulo di gioco per far spazio al talento serbo. E che dire di Nkoulou? Sembrava finito a Lione, ora è tra i migliori difensori del campionato italiano, seguito da moltissimi top team europei.

Certo, in mezzo a tanti successi c’è stato anche qualche “bidone”. Sarebbe ingeneroso nominarli, ma è evidente, tra tanti successi, qualche acquisto si sia inevitabilmente rivelato poco azzeccato. I motivi per essere “attenzionati” da società come la Roma però, ci sono tutti: dai a Petrachi libertà di manovra e anche con un budget minimo ti porterà giocatori di qualità e soprattutto plusvalenze future per lavorare senza pesare troppo sulla proprietà. Cosa puoi chiedere di più ad un DS?

Alex Bembi


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