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DE BIASI, Mourinho e quei block notes

di Marina Beccuti

“Innovativo? Macchè, anch’io quand’ero al Carpi prendevo appunti in panchina…”, firmato Gianni De Biasi. Il tecnico granata, che ha simpatie nerazzurre, vi militò pure dal ’75 al ’76, guarda caso proprio la stagione in cui il Torino vinse il suo ultimo scudetto, ha voluto ironizzare su Mourinho. De Biasi, veneto doc, quelli tutti d’un pezzo,  molto solidi, che non si fanno abbagliare dai sogni effimeri, ogni tanto tende ad ironizzare su qualche addetto ai lavori del calcio, in primis coloro che si prendono troppo sul serio e Mourinho è uno di questi. Arrivato in Italia con la fama del guru, ora avrà il suo bel daffare a continuare la sequenza di vittorie di Roberto Mancini. L’Inter ama molto gli stranieri e ogni tanto Moratti si fa tentare da qualche nome esotico, di certo non auguriamo a Mou di fare la fine di Cuper che, va bene, quando arrivò in Italia aveva la fama del vincente, ma poi è scappato con l’immagine del perdente (vedere pure alla voce Parma retrocesso).

Quella di De Biasi non è gelosia, tutt’altro, lui sa che difficilmente Moratti lo chiamerà alla sua Inter, mentre al Toro ora ha l’opportunità di dimostrare a Cairo che ha sbagliato in queste ultime due stagioni  a mandarlo via per poi riprenderlo per ben tre volte. Il mister granata è uno che sa tenere ben fermi i piedi per terra, perché volare è bello, ma atterrare di brutto senza un bel materasso fa male. Mourinho scrive anche perché ancora non conosce il calcio italiano ed è giusto che prenda appunti, ma è quel suo prendersi troppo sul serio che è irritante. Un allenatore non deve mai lasciare nulla al caso, ma nemmeno perdere quel po’ di estrosità che serve a stemperare la tensione, utile nei momenti difficili.

I numeri danno più ragione a Mourinho che a De Biasi, ma al Toro nessuno lo invidia all’Inter, perché il mister di Sarmede sa essere ruspante al punto giusto per piacere alla piazza granata. De Biasi è amato perché sa ancora prendere la vita del calcio con un sorriso ed una battuta, che spesso manca ad altri colleghi. Fenomeni che in panchina sembrano stoccafissi che quasi hanno paura a dimenarsi perché poi si potrebbe vedrebbe il sudore sotto le ascelle in tv. I cosiddetti perfezionisti che alla prima insidia si sgonfiano tutti d’un colpo. De Biasi invece è passato integro a due esoneri e tre ritorni.  


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