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Il destino di una partita in bilico

di Matteo Maero

Dall'Europa alla disperazione il passo è stato breve. Il sesto posto, la gioia per un risultato importante, seguite dalla funesta rivelazione di una gestione scellarata fino ad arrivare al marasma generale, fatto di personaggi discussi e certezze che definire traballanti sarebbe riduttivo. Questo è il Parma di Nessuno, una società senza guida e senza strada, che si trascina tra le settimane cadendo e rialzandosi più ferita di prima.

Ora, sul cammino del Parma ci sono i Granata, forse. Perché, come riportato poco fa dal nostro sito, Federico Pizzarotti (Sindaco di Parma) non ha concesso ai Crociati l'utilizzo dello Stadio Tardini. A meno che non si decida di giocare a Collecchio (ed ovviamente, per limiti regolamentari, questo non è possibile) senza stadio non ci sarà partita.

Perciò, domenica Parma - Torino non si giocherà al 99,9%. RImane da capire quando si potrà giocare. Si recupererà? Ci sarà vittoria a tavolino? Interrogativi nel quale il Toro risulta, come tutte le altre squadra contro cui il Parma non ha ancora giocato, parte assai interessata.

Il sottoscritto non è nè giudice sportivo nè membro federale, perciò non può dare risposte certe su cosa accadrà. Però i dati di fatto corrono in soccorso. Sportivamente parlando, con questa saranno quattro le gare che la squadra emiliana dovrà recuperare da qui a maggio, molte tenendo conto del tempo che rimane prima della conclusione del campionato. Burocraticamente parlando, il Parma è una società "a tempo", che attende il suo destino come un condannato a morte, conscia che un salvatore, se ci sarà, non potrà garantire che una rivoluzione dolorosa.

Intanto, il Toro aspetta e non ci pensa. Prima c'è lo Zenit, poi chissà.


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