Il dito medio di Mancini e quello di... Fassino
Roberto Mancini fa parlare di sè più per le sue intemperanze, chiamiamole così, rispetto a quello che fa l'Inter in campo. L'ultima è quello del dito medio alzato verso i tifosi del Milan, rei di averlo insultato. Di certo non ha fatto più bella figura Matteo Salvini con il gesto dell'ombrello, ripetuto tre volte, al palo colpito da Icardi sul calcio di rigore. Ma si sa lo stadio è zona franca, ci si va per sfogarsi, a patto che a farlo non siano gli addetti ai lavori, che devono, anzi dovrebbero, dare il buon esempio.
Mancini però ha chiesto scusa e soprattutto non ha negato l'evidenza di un gesto maleducato ma che molti fanno. Almeno l'ha ammesso e lunedì si è anche preso il Tapiro D'Oro da Striscia la Notizia, accettato con un sorriso e molta gentilezza, come dire che il Mancio si trasforma in partita, salvo diventare un agnellino a palla ferma, essendo anche molto religioso.
Il dito di Mancini ricorda quello che fece Fassino al Filadelfia il 4 maggio del 2014, solo che negò il fatto, ma venne inchiodato da un video amatoriale fatto da un tifoso granata un po' speciale, ovvero il capogruppo al Comune del Movimento 5 Stelle Vittorio Bertola. Fassino non chiese mai scusa e non ammise mai il gesto, fatto gravissimo perchè è il sindaco di una grande città e come politico e amministratore ha mancato di rispetto a tutta la città, oltre che ai tifosi granata (lui è di fede juventina). Eppure Fassino è rimasto al suo posto e si appresta a tornare in corsa alle prossime elezioni, dove si dice possa ottenere un'altra vittoria schiacciante.
Morale della favola? Mancini è stato additato da tutti come maleducato e recidivo, mentre Fassino l'ha passata liscia. I politici la fanno sempre franca, eppure negli Usa Bill Clinton, un grande presidente, dovette lasciare per aver mentito sulla sua relazione con una stagista. Non per la relazione, sia chiaro, ma aver negato l'evidenza.