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Il mercato estivo tra luci e ombre; a gennaio sarebbe servito intervenire

di Alex Bembi

Nonostante la buona stagione, con la qualificazione europea a portata di mano, il Toro deve fare i conti con un mercato estivo non del tutto soddisfacente. Se escludiamo Armando Izzo che ha disputato una grande annata e la convocazione in azzurro lo testimonia, abbiamo tante ombre, forse più che luci. Meitè ad esempio, ha iniziato alla grande tanto da far gridare al fenomeno, ma dopo un paio di mesi eccellenti il ragazzo si è totalmente perso. Le ultime prestazioni sono davvero al di sotto della media e ci vorrà un gran lavoro psicologico da parte del tecnico e del suo staff per far tornare il centrocampista ai livelli visti in autunno. Le qualità le ha mostrate e non possono essere frutto di un caso, ma sono tanti i giocatori che si sono persi e mai più ritrovati dopo una stagione ad alti livelli. Fondamentale nel suo percorso sarà Mazzarri che con la sua grande esperienza potrà dare consigli giusti e indicare la strada per crescere al meglio.

Ola Aina è un ni. Nel senso che è un altro giocatore che ha messo in mostra ottime doti, soprattutto atletiche, ma è ancora acerbo. Una stupidata col Bologna gli è costata tre turni di squalifica e questo dimostra che ancora deve maturare; inoltre nonostante il calcio di oggi sia molto fisico, in un campionato come la serie A non bastano muscoli e velocità. Servono tecnica e tanta tattica e lui, anche perché molto giovane, ha molto da imparare. Il suo riscatto è pressoché certo, ma i 10 milioni da versare al Chelsea non sono pochi e la prossima stagione dovrà fare qualcosina in più per dimostrare di valere questo sacrificio economico. Dalla sua ha i mezzi e l’età, può venire fuori un acquisto coi fiocchi, per ora è rimandato.

Un altro difensore ha convinto di più, nonostante l’infortunio che lo ha penalizzato ultimamente: Djidji. Seppur con qualche passaggio a vuoto, ha dimostrato di poter essere un elemento importante per la rosa. Il riscatto anche per lui pare certo e la cifra, circa 3 milioni e mezzo di euro, appare congrua.

La vera nota dolente, quella che ha reso meno, soprattutto in proporzione alle aspettative arriva dall’attacco. Perché se Meitè, Aina e Djidji sono giovani e sconosciuti al grande calcio, quindi paragonabili a delle scommesse, Simone Zaza era il colpaccio del mercato estivo, il fiore all’occhiello della campagna acquisti. Grande esperienza in A e all’estero, bomber conclamato, nel giro della nazionale anche se non in maniera costante. Tutte le carte in regola per essere l’uomo in più, invece stagione da dimenticare. Due sole reti e tanta panchina. C’è ancora il finale di stagione per rimediare e guadagnarsi la riconferma: se vorrà, i mezzi non gli mancano.


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