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Il nuovo stadio non chiamatelo Rigamonti

di Marina Beccuti

Luigi Adriani

 

Ho fatto decantare la rabbia e la naturale delusione che mi si era impossessata domenica sera. L’operazione non è che sia riuscita totalmente ma cercherò di essere comunque il più equilibrato e lucido possibile. Tutti noi, credo, tenevamo in mente la possibilità di non vincere a Brescia ma nessuno di noi si accostava ufficialmente a questa possibilità. Come un esorcismo collettivo accelerato anche da una serie di avvenimenti contrari ai colori granata.


Poi il campo ha dato il suo responso ma senza smentirsi regalando un bel po’ di “sfiga” quotidiana. Mi riferisco alle due sostituzioni obbligate da altrettanti infortuni. Ma il granata è abituato a soffrire e quindi non rimane che “incassare” e ripartire contro tutto e contro tutti. Bisogna comunque mantenere le menti lucide e non scagliarsi, per esempio, contro la Presidenza Cairo. Non ci servono capri espiatori pur considerando fortemente negativo il quinquennio Cairota. Io sono fermamente convinto che il Presidente sia il primo a doversi dolere degli errori fatti e che le intenzioni future saranno positive a cominciare da quel sig, Petrachi scelto a gennaio e che così bene ha fatto fino ad oggi.


Sintonizzimoci quindi sul progetto Cairo-Petrachi.Ferri e da qui ripartiamo con tutta la passione che si è dimostrata in questi ultimi tempi. Il Toro è oramai dentro ai cuori dei tifosi come da molto tempo non era più, partiamo da lì. La tifoseria del Toro è qualcosa di inimitabile, continuiamo da lì.


Ma qualche sassolino nella scarpa bisogna pur toglierselo, però.


Non ci sono piaciuti nell’ultimo atto di questi playoff i comportamenti antisportivi e le incapacità arbitrali. Auguriamo, comunque, ai tifosi bresciani un buon campionato di serie A e se ci è concesso un pizzico di polemica in coda, se proprio dovete rifare lo stadio perché oramai obsoleto, vista la sua vetustà, evitate di confermargli l’intitolazione a Rigamonti. A buon intenditor…

 


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