Il suggestivo ritorno di Cerci e il romanticismo granata
"Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano...", scriveva e cantava Antonello Venditti nella sua Amici mai, tratta dal disco del 1991 "Benvenuti in Paradiso". Questa frase è stata associata a migliaia di storie d'amore in questi lunghi 23 anni, ma non sempre tra due esseri umani. Forse perché il concetto stesso, per romanticismo e intensità, si addice ad una moltitudine di situazioni.
Che il tifoso del Toro sia una romantico nel senso fichtiano del termine, è innegabile. Mangia pane e Sehnsucht, termine che indica il doloroso bramare per qualcosa o qualcuno. Come riporta il termine stesso, la penosità di questa sensazione è parte stessa del sentimento: se desideri, soffri. Soffrire per avere qualcosa in più, per tornare agli antichi fasti, per riuscire a vendicare una sedia che grida ancora all'ingiustizia.
Se questo struggente desiderio avesse un compimento totale e durevole probabilmente sarebbe dolcissimo, quasi stordente per la gioia che porterebbe. Lo abbiamo provato solo in parte al raggiungimento dell'Europa dopo 20 anni: la parzialità del giubilio è dovuta al fatto che di quella fantastica squadra rimangano solo 9/11 dei titolari. Detta così sembra un neo trascurabile, ma sappiamo bene chi siano le due pesantissimi assenze.
Se per quanto riguarda Ciro la delusione è stata breve e cocente, per quanto riguarda Alessio Cerci si può tranquillamente parlare di un'ascesa al Monte Golgota durata tre mesi, con tanto di croce e corona di spine. Una sofferenza lenta, ustionante, fatta di finte illusioni e certezze troppo tardive. Ciononostante, in nome del bramoso e penoso desiderio, il Tifoso Granata non ha mai smesso di porsi una domanda: "E se tornasse?".
La voce, effettivamente, serpeggia, anche a causa di supposizioni dovute al suo finora scarso utilizzo nei Colchoneros: Affermazioni come "Cerci non si è ambientato" e "Simeone non lo vede" sono all'ordine del giorno. Così come c'è chi giura di aver ricevuto una soffiata sul suo ritorno: prestito secco fino a fine stagione, si vocifera. Addirittura, c'è chi già pregusta il ritorno, quasi come se l'Henry di Valmontone fosse un figliol prodigo della famiglia Granata.
Dal canto nostro, non sappiamo e ne crediamo che l'Atletico Madrid voglia privarsi di un calciatore pagato 20 milioni di euro già a gennaio, benché il calcio si nutra di colpi di scena. Forse è qusta l'unica fiammella che tiene viva la Sehnsucht granata riguardante un ritorno giubilare.
Tuttavia, il romanticismo è tendenza difficile da rinnegare. Perciò, largo alle sensazioni intense, alle speranze vane, anche a costo di soffrire. Come se non l'avessimo mai fatto.