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Il Torino e Ogbonna: una nuova alba è possibile

di Riccardo Billia

Era atteso e preannunciato, ma non scontato. Il matrimonio fino al 2016 tra Angelo Ogbonna ed il Torino certifica la prima pietra di quello che potrebbe essere un nuovo corso color granata. Una pietra preziosa. I rumors di mercato dei mesi precedenti avevano congelato la trattativa. Il Napoli, il Milan, l’Arsenal, il Liverpool: naturali ambizioni o voli pindarici non adeguati al momento transitorio in cui è collocata la squadra di Ventura? Il difensore di Cassino ha dribblato come un campione ogni trappola mediatica. In cuor suo, probabilmente, si sarà divertito a sognare una serata di Champions League, fronteggiando mostri sacri del calcio. Ma la realtà, i sentimenti, il suo passato, hanno giocato un ruolo determinante per questa scelta. Quattro anni è un lasso di tempo mostruoso per il calcio, e Angelo lo sa molto bene. Ma da attore totalmente inserito nella scena, è conscio di quanto siano effimeri i pezzi di carta. Da quando è iniziato il balletto del rinnovo, non si è mai esposto; ha lasciato scorrere il fiume delle chiacchiere, in attesa della zampata giusta per prolungare la sua storia d’amore con il mondo granata. Oggi e domani nel capoluogo piemontese, e dopodomani? Forse è opportuno non esagerare. Piuttosto si torni al campo, e Ogbonna lo predica anche in questa giornata di lavoro in vista della prossima tappa del campionato, ovvero Brescia. Ma parafrasando Lorenzo de’ Medici, “del calcio non v’è certezza”. E Cairo, un fervido adepto di questa massima, con questo accordo potrebbe aver fatto rinascere un sussurrato ottimismo per l’avvenire. Dopo anni di percorsi effettuati a fari spenti, la società si è schiantata non poche volte durante il tragitto; e ancora oggi ne stiamo pagando le conseguenze. Il germoglio della fede torinista sta rifiorendo alla corte di Ventura, e questo evento è il secondo passo. Lasciando agli analisti il rapporto con Bianchi, che sta facendo affiorare alcune scorie in eccesso, la società ha evidenziato, grazie all’accordo con l’Angelo, la volontà di affrontare il futuro di petto, coccolando un giocatore che appartiene da dieci anni alla famiglia granata. Alla conferenza odierna di Ogbonna, era presente l’attuale direttore generale Antonio Comi, pigmalione del difensore, quando nel 2002 riuscì a portarselo sotto la Mole per 3 mila euro. Occhi luccicanti, sguardo disteso, come a sottolineare un orizzonte sereno: “Non è importante il tempo impiegato per la fumata bianca. Angelo ha firmato e siamo tutti contenti. Sono orgoglioso di lui”. Lapidario, senza fronzoli e retorica stagna. Quanta carne al fuoco per Ogbonna: contratto, serie A, Nazionale. Il primo step ha riscosso grande successo. Ne restano due, forse i più appetitosi, dopo anni di sudore sparso per lo stivale. Ma la sua imperturbabilità non deve ingannare: si chiama “profilo basso”, consigliabile in questi tempi precari, necessario nella sfera pallonara. Una manna per l’ambiente granata.