Il Toro c'è!
Flavio Bacile
Il Toro torna davanti a tutti battendo la Sampdoria di Iachini, cioè la squadra che per tutti i media era la più difficile da affrontare, vuoi per qualità tecniche, vuoi per blasone, ma soprattutto perché a Torino, i liguri, si giocavano gran parte del loro campionato.
La notizia, se è una notizia, è, che il Toro c’è, ed è bello in palla, pronto ad affrontare il finale di campionato con il morale a mille, gambe e testa a servizio di un unico obiettivo. Ha ragione Ventura quando dice che questa partita il Toro non avrebbe meritato di pareggiarla, semplicemente perché ha fatto più della Sampdoria, più in attacco, molto di più a centrocampo, dove Basha e Iori sono sembrati due giganti, tantissimo in difesa, concedendo tre tiri in novanta minuti. La Samp era data in ripresa, almeno da chi l’ha seguita durante tutto il campionato, il fatto che il Toro l’abbia battuta, e con un discreto margine dal punto di vista del gioco, accresce i meriti degli uomini di Ventura. Personalmente, e riferendomi unicamente alle due partite tra Toro e Sampdoria, quella vista a Genova nel primo tempo contro il Toro, e con Atzorri in panchina, mi è sembrata superiore a quella attuale, pur avendo di fronte il Torino nel suo periodo migliore.
Tornando al Toro è da sottolineare la splendida partita degli attaccanti, sia Antenucci, ancora una volta tra i migliori in campo, sia Bianchi, in ripresa dal punto di vista fisico e vicinissimo al gol, sia Meggiorini, primo gol pesante in granata, e lo stesso Sgrigna, sono stati ampiamente positivi, partecipando attivamente a tutte le fasi del gioco. Questo è un segnale importante per il proseguimento del campionato, fine dei dualismi, veri o presunti che fossero, inizio di una “nuova” fase, con tutti gli attaccanti pronti a dare tutto, indipendentemente dal tempo trascorso in campo. Insomma se per fare una grande squadra ci vuole una grande difesa ed un ottimo centrocampo, per vincere le partite ci vuole un attacco di categoria superiore, che il Toro oggi come oggi possiede.
Ma Torino-Sampdoria è stata anche la partita tra due tecnici, che vedono il calcio in un modo diverso. Non c’è dubbio che l’abbia vinta Ventura, soprattutto tatticamente chiudendo le fonti di gioco doriane, esaltando quelle granata, con Oduamadi e Stevanovic che hanno messo sempre in difficoltà i rispettivi avversari, con la difesa che ha regalato briciole agli avanti genovesi, e con il centrocampo che partiva, sulla carta, in inferiorità numerica, ma che ha finito con l’essere il reparto più importante della partita. Persino i cambi, Surraco, Meggiorini e Sgrigna, per Stevanovic, Bianchi ed Oduamandi, fanno tendere l’ago della bilancia a favore di Ventura.
Archiviata la partita contro la Samp, mancano ancora quindici battaglie, che il Toro ha il dovere di giocare come meglio sa fare. Come ho più volte detto, se il Toro gioca come sa fare e come vuole Ventura, non ce n'é per nessuno, perché i granata hanno un potenziale tecnico ed umano di qualità superiore. Ritrovato il gioco, è tornato il Toro.