Il Toro può guardare all'orizzonte
Le fondamenta sono state gettate in estate. E gli esiti sono sotto gli occhi di tutti, a patto di non prendere il primo volo per inopportuni lidi di compiacimento. "The long and winding road", cantavano i Beatles, e per il Toro sarà così fino a fine stagione. Certo, i requisiti per l’agognata promozione si stanno delineando con evidenza.
Dopo aver palesato enormi difficoltà nelle precedenti campagne acquisti, Cairo si ritrova con un alleato prezioso: il tempo. Con il vantaggio di un primo posto saldo, un gruppo che naviga nella stessa direzione, è legittimo pensare alla finestra di gennaio senza il cronometro in mano. Apparterranno ad un archivio poco nobile, quei trenta giorni vissuti con l'acqua alla gola, in attesa di saldi confusi con merce di buona qualità. Finalmente è possibile operare con calma, vocabolo sconosciuto da quando l'editore alessandrino è comparso sulla scena. La rosa a disposizione di Ventura consente di fermarsi al pit stop invernale senza il fiatone preoccupante delle ultime annate.
Le due odissee (invernali ed estive) del 2010 sono un capitolo chiuso. Petrachi può puntare sui piccoli nei di questa squadra, per intervenire con sapienza. Il ds pugliese ha già affermato che non partirà nessuno durante i trenta giorni di mercato, caso Gasbarroni a parte. Il fantasista torinese è ai margini dall’arrivo di Ventura ed è destinato a lasciare Torino. Le pretendenti si faranno sotto nei prossimi mesi, in virtù di un nome comunque prestigioso per la cadetteria. In compenso, alla voce entrate, i primi spifferi autunnali suggeriscono nomi dal sapore di serie A: si tratta di Leto, esterno argentino del Panatinaikos, e di Mantovani del Palermo, ex del vivaio granata. Le prospettive, dunque, sono mutate. Ora si può dettare l’agenda del mercato, non subirla. Ventura, chiaramente non disdegna migliorie, ma “solo se sono da serie A”. I due giocatori in questione sarebbero eventuali puntelli d’eccellenza per l’attuale serie B, quanto apripista per i nuovi scenari che il Toro attende da 3 anni. Nessuna fibrillazione, però. Il calendario segna ottobre, e da qui a gennaio diversi giocatori aleggeranno sul cielo granata. Ma le carte sono già scoperte. Con l’obbligo di non voltar le spalle alla realtà del campo che ci sorride, si può progettare il futuro prossimo con tempismo e perizia. Due pregi che ne innescano un altro: l’ottimismo, ben poco diffuso sul pianeta Toro.