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L'ora della verità s'avvicina: venerdì sera

di Elena Rossin

Venerdì sera si apriranno le buste e verranno risolti i prestiti e le compartecipazioni e da quel momento il calciomercato entrerà nel vivo per tutte le squadre, quindi anche per il Torino. E’ vero che ufficialmente i contratti potranno essere depositati solo dal primo luglio, ma già da tempo gli operatori stanno lavorando alacremente per intessere le trattative. In casa granata c’è già stato il primo annuncio ufficiale di ingaggio quello di Ebagua e va detto che Cairo per ottenere le prestazioni dell’italo-nigeriano ha dovuto sborsare soldi veri più la comproprietà di metà del cartellino di Carrieri, ma questo può essere considerato solo un buon inizio. Infatti come dichiarato dallo stesso patron granata, nell’intervista rilasciata a Marco Ansaldo e pubblicata oggi su La Stampa, a Ventura servono: “un portiere, due difensori, tre centrocampisti e due esterni”, tralasciando che servono sicuramente anche altri giocatori perché l’attuale organico, esclusi i fine prestito e quelli in scadenza di contratto, annovera undici elementi (Morello, Di Cesare, Ogbonna, D’Ambrosio, Pratali, Zanetti, Pagano, Gasbarroni, Bianchi, Sgrigna e Ebagua) e fra questi alcuni non rientrano nei piani di mister Ventura. Quindi stando alle dichiarazioni presidenziali sono ben otto i calciatori che devono essere comprati.

Dall’apertura delle buste fino alla partenza per il ritiro di Sappada ci saranno a disposizione di Cairo e Petrachi venti giorni per individuare, si spera che questo sia già stato fatto, trattare e poi comprare almeno gli otto giocatori annunciati dal presidente. L’ideale comunque sarebbe che i magnifici otto facessero parte della rosa granata già per l’undici luglio, che dovrebbe essere il primo giorno dei test utili per comprendere lo stato fisico dei giocatori e di conseguenza fondamentali per impostare la preparazione estiva, che determina il rendimento stagionale di tutti gli atleti. Quindi in effetti non sono proprio venti i giorni a disposizione del presidente e del direttore sportivo, ma sedici. Qualcuno potrà obiettare che in nessuna squadra la rosa è al completo per l’inizio del ritiro e questa è una verità indiscutibile, ma se ciò avvenisse sarebbe il segnale incontrovertibile della volontà presidenziale di cambiare rotta e di iniziare a ricucire il rapporto con i tifosi, mettendo in pratica il troppo volte sbandierato: poche parole, ma fatti.

Un’altra dichiarazione presidenziale desta l’attenzione di tutti ovvero la volontà di intessere rapporti con i grandi club. Cairo, come riportato ieri in un articolo di Tuttosport a firma Alberto Manassero e Piero Venera, ha intenzione di “aprire una collaborazione che possa aiutare il Torino” iniziando con l’Inter. L’idea è sicuramente apprezzabile, ma si drizzano i capelli in testa se si pensa ai precedenti proprio con la società di Moratti. Recoba, Coco e Stevanovic: tre flop clamorosi, soprattutto i primi due - tralasciamo il terzo e anche più recente, perché si tratta di un ragazzo giovane che ha ancora da dimostrare di poter essere un calciatore, non tanto per le doti fisiche, ma per quelle caratteriali – arrivati in granata come grandi colpi di mercato e poi rivelatisi due calciatori ormai buoni per la pensione. Quindi ben vengano le collaborazioni con i club che annoverano una rosa formata da molti elementi e che hanno bisogno di piazzarli, magari proprio in B, per farli giocare con continuità, ma che non siano né reduci da infortuni, né a fine carriera, né caratterialmente poco o nulla dotati di spirito di sacrificio e di grinta. Diciamo che se sono dei Lazarevic va bene, ma degli Stevanovic, Recoba o Coco assolutamente no, il tempo degli esperimenti e delle scommesse al buio deve essere archiviato per sempre.
 


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