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L'urlo di Mario Patrignani: "Mazzarri adesso devi cominciare a vincere"

di Marina Beccuti

Era sembrato un mercato ottimale. Incredibilmente non ceduto nessuno dei migliori e presi tanti ottimi giocatori. Sembrava troppo bello, ma la beffa era pronta: allo scadere l'immancabile colpo di masochismo. L'unico che sapeva inventare calcio e dare assist al bacio alle punte è stato obbligato ad andare via, essendogli stata provocatoriamente offerta dal tecnico la miseria di venti minuti di gioco ogni tanto. E, se avesse mugugnato, per lui era pronta la tribuna. Rinunciando a colui che, inserito nel nuovo contesto e con una  nuova maturità, poteva far fare alla squadra l'agognato salto di qualità, l'allenatore si è assunto una grande responsabilità. La stragrande  maggioranza dei tifosi granata  ha chiesto a gran voce al Filadelfia, sui quotidiani e sui social che Ljiajc restasse. Ma il tecnico se ne è fregato. Pensava di farne bellamente a meno, per di piu'  non essendo in grado di gestirlo.

 Adesso quei tifosi aspettano l'allenatore al varco . E anche i suoi capi, dopo avergli dato la squadra che lui voleva, adesso chiedono i risultati.

E veniamo al campionato. Inizio a dir poco deficitario: black out di ore intere, no tremendismo, no gioco e sei punti in meno dell'anno scorso.

Domenica addirittura abbiamo dovuto assistere con raccapriccio a un Toro inguardabile. Alcuni giocatori in campo non da Toro, qualcuno troppo consunto e usurato, tutti cloroformizzati. Ma la spiegazione rischia di essere banale. C'è qualcosa di piu' profondo. Assurdi blocchi mentali, paralisi di corpo e di mente(purtroppo ricorrenti nella recente storia granata). Per spiegare in profondità un comportamento così vergognosamente impalpabile sarebbe indispensabile l'intervento di qualche illustre luminare della psichiatria. E farebbe fatica pure lui!

Per concludere è anche ora che nel Toro si faccia una scuola di granatizzazione, perchè comunque non c'è lo spirito di appartenenza. Troppa indifferenza e menefreghismo. La conferma è che domenica l'unico che sputava l'anima, portando con orgoglio la sua maglia granata è stato un ragazzo del vivaio, che sa cosa vuol dire  lottare per la maglia  e soffrire per il Toro. Cio' si aggancia alla nostalgia di Puliciclone. E quanto manca nel Torino F.C.attuale un Paolo Pulici, leggendario testimonial del vecchio tremendismo granata!


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