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La certezza della propria forza

di Elena Rossin

Imporre il proprio gioco e adattarsi a qualunque situazione, avere una mentalità vincente e attendere il momento giusto per battere l’avversario, essere consci delle proprie capacità e sapere cosa ancora si deve e si può migliorare. Questo è il Torino. La capolista della serie B dopo tredici giornate ha trentadue punti, frutto di dieci vittorie, due pareggi e una sconfitta. Con sette reti subite vanta la miglior difesa del campionato, e fra i cadetti la prima regola è: non prendere gol. Certo che al non subire reti bisogna anche coniugare il segnarne ed anche in questo i granata non sono malaccio, anzi con diciotto gol sono al sesto posto a pari merito con la Nocerina e preceduti da Sassuolo (19), Padova (22), Sampdoria (23), Reggina (27) e Pescara (32).

 

Avere quattro punti in più del Pescara secondo, cinque del Sassuolo terzo, sei del Padova quarto, nove della Reggina quinta e undici della Sampdoria sesta non è un vantaggio indifferente. E’ vero come continua a ripetere mister Ventura che non si è ancora vinto nulla e che il campionato è appena iniziato, mancano ancora ventinove giornate alla fine, però la costanza con la quale il Torino sta percorrendo la strada verso la meta è un’importante realtà. Riuscire a far punti con qualsiasi altra squadra - unica eccezione il Gubbio, ma un passo falso ogni tanto capita anche ai migliori – vuol dire che il proprio impianto di gioco è valido e che tutti gli interpreti sono all’altezza. Queste due certezze permettono di guardare al futuro con serenità.

 

In tredici partite il Torino non è mai sceso in campo con la stessa formazione e questo è dipeso da due fattori: gli infortuni accaduti a parecchi giocatori e alla rotazione che comunque avrebbe attuato Ventura per far si che tutti gli uomini che ha a disposizione si sentano parte del progetto. Il fatto che a prescindere da chi va in campo la squadra riesce a giocare come sa vuol dire che il grado di conoscenza dei singoli è uniforme e chi parte titolare o subentra riesce sempre a dare il meglio di sé. Così sabato con il Sassuolo l’assenza dovuta a squalifica di Iori, che finora ha tenuto in mano le redini della squadra sia in fase di impostazione sia in quella di interdizione, non si farà sentire più di tanto come è già accaduto per Guberti e tutti gli altri compagni che hanno dovuto arrendersi a causa degli infortuni.

 

La forza di un gruppo sta certamente nelle capacità dei singoli, ma in particolar modo nel saper mettere a disposizione degli altri le doti dei singoli così da agire nell’interesse comune, che inevitabilmente diventa un vantaggio per ogni membro del gruppo. Ventura lo ha ben inculcato nelle teste dei suoi ragazzi e loro hanno fatto proprio questo concetto. I tifosi possono esserne certi: il Torino è una squadra che conosce la propria forza, ha un obiettivo e lo vuole raggiungere.


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