Lerda sul banco degli imputati
I tifosi lo stanno scaricando, forse non l'hanno mai del tutto amato. Nonostante provenga dal settore giovanile granata, Lerda non ha il dna del sanguigno, non bisogna avere il colbacco di Giagnoni per dare la carica ai giocatori, ma sotto la sua più normale cuffia, Lerda pare essere troppo poco incisivo. Anche nelle sensazioni è piuttosto freddo, come quando disse che non aveva provato particolare emozione a vedere il suo poster al Museo Granata. Si è passati da un eccesso all'altro, dal ruggito di Colantuono ai sussurri di Lerda.
Il mister di Cuneo, nonostante i risultati negativi, è rimasto sulla panchina granata più di ogni altro suo predecessore, ma il suo andamento è parecchio lento, una sconfitta ogni tre partite, 35 gol subiti in 29 match, solo 34 quelli segnati, ma soprattutto ben 17 i punti di distacco dalla vetta. De Biasi, Novellino, Zaccheroni sono stati cacciati per risultati inferiori alle aspettative, senza considerare il mese di stop per Colantuono, tornato poi a sostituire Beretta, che aveva preso il suo posto. Camolese è un discorso a parte, fu chiamato a fare il miracolo a nove giornate dalla fine, ma ormai il Toro era condannato alla B. Foschi doveva piazzare Colantuono e così a Camolese (ritenuto dallo stesso ex ds sfortunato perchè arrivato a stagione ormai compromessa) non fu rinnovato il contratto.
Finora l'unico tecnico che ha portato risultati concreti è stato De Biasi che aveva una caratteristica che di fatto lo mise contro Cairo, gli teneva testa e questo ha indebolito il loro rapporto. Il presidente l'aveva definito il Ferguson del Toro, con una differenza, che il coach dello United ha carta bianca, i mister del Torino non sempre. Lerda ha le sue idee e le ha tenute in piedi fino a che non gli è stato consigliato, da Cairo, Petrachi e dalla stessa critica, di cambiare modulo, dunque non è uno che abbassa le orecchie, perchè ha difeso il suo credo calcistico fino all'ultimo, poi, mancando i risultati, ha dovuto fare un passo indietro. Finora è rimasto sulla panchina granata anche se è bollente fin dalle prime giornate (sarà per questo che non si siede mai), perchè Cairo ha scelto la linea morbida, tenendo conto dei consigli di chi l'accusa di aver stravolto troppo nel corso delgi anni gli assetti tecnici. Il presidente ora deve capire se i giocatori sono ancora con il mister, solo questo rappresenta il vero polso della situazione, al di là di quello che possono scrivere i giornali e dire i tifosi, come lo striscione che hanno messo mercoledì, dove c'era scritto: "Ora vogliamo Oronzo Canà e il 5-5-5". Spiritosi come ai tempi di Gatto Silvestro. E Lerda in questo momento ha un po' le sembianze di Titti, tutti pronti a mangiarselo, ma alla fine riesce sempre a scappare.