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Mancini, ma è proprio il caso di continuare con Balotelli?

di Marina Beccuti

Belotti, Chiesa e Immobile in panchina, Balotelli in campo. A fare che? Nulla, considerando che era anche leggermente infortunato, non al meglio della forma e che ha giocato poco finora nel Nizza. Però è partito titolare nella partita contro la Polonia. Un primo tempo da incubo, al punto da far persino rimpiangere Ventura, che ha pagato sicuramente una situazione spiacevole del calcio italiano, nonchè della Federazione.

L'attuale ct della Nazionale si era lamentato in settimana che giocano pochi italiani e Petrachi, alla distanza, gli aveva risposto che anche lui all'Inter schierava solo stranieri. Ma quei pochi veramente bravi, italianissimi, sono rimasti in panchina. Quando sono entrati Chiesa e Belotti la partita ha preso una piega diversa e, complice un rigore non proprio nitido, gli azzurri sono riusciti a pareggiare con il penalty segnato da Jorginho. Ma la svolta è arrivata proprio grazie all'entrata del viola e del granata, che hanno dato un passo diverso alla loro squadra. Da ricordare che anche Insigne non era propriamente adatto in attacco, trovando davanti a sè una difesa coriacea, fatta di atleti piuttosto alti e robusti.

Cosa aspettava Mancini? Di vedere un gol del suo protetto che, a dire il vero, ha rotto un po' le scatole. Sono anni che sentiamo parlare di Balotelli, ma in realtà del grande campione ha poco, se non un fisico eccellente, ma non accompagnato da un grande cervello. Il limite che non gli ha fatto fare il salto di qualità.

Siccome oggi, più o meno tutti, hanno criticato la scelta di Balotelli, speriamo di vedere qualcosa di diverso contro il Portogallo, altrimenti saremo di nuovo annoiati di vedere la solita Italia. Ci vuole più coraggio, come a far giocare gli italiani nel club di serie A, così scegliere i migliori e non i propri protetti.


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