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Mariani: "Ventura è ambizioso e vorrebbe fare il salto di qualità"

di Marina Beccuti

Pietro Mariani, ex attaccante granata e attualmente impegnato con la sua scuola calcio a Rieti, la sua città di provenienza, ha parlato a TorinoGranata e Radio Beckwith della ricostruzione del Filadelfia, lui che ci è cresciuto e ggli è rimasto un grande ricordo, che tiene ancora vivo dentro di sè.

"Sono felice, non è mai banale dirlo riferendosi al Fila, che è l'emblema, attenzione, di tutti gli stadi italiani. E' passato troppo prima della sua ricostruzione, andava rifatto prima".

Oltretutto sarà molto diverso da quello precedente, anche come atmosfera, perchè il calcio è cambiato parecchio rispetto ai tuoi tempi, sarà difficile per i tifosi potersi intrattenere con i giocatori come invece succedeva con voi.

"Sì, è vero, ora gli allenamenti si fanno per lo più a porte chiuse, mentre all'epoca del Fila la gente aspettava solo che si aprisse il famoso portone per entrare e stare vicini a noi. C'era un rapporto incredibile tra le parti. Ti allenavi e sentivi il fiato sul collo della gente. Io me lo ricordo com'era all'epoca il Fila, l'odore delle maglie mentre venivano lavate, gli spogliatoi con le panche di legno, tutto profumava di storia".

Il calcio è cambiato molto, forse troppo

"All'epoca i presidenti erano imprenditori del posto, tifosi, padri per noi giocatori, come Pianelli, ma anche Sergio Rossi lo è stato. C'erano meno soldi, meno business".

Parliamo dell'attualità, una squadra che quest'anno è partita bene, poi ha avuto una flessione piuttosto lunga, infine è ripartita.

"In un campionato tutte le squadre hanno delle flessioni. Il Torino è partito alla grande, giocava benissimo, poi ci sono state prestazioni addirittura imbarazzanti. Bisogna rendersi conto di cosa vuol dire fare parte di questa società, che deve stare nelle prime otto della classifica. Io capisco Ventura, lo conosco, mi ha allenato, so che è ambizioso e vorrebbe fare il salto di qualità".

Il settore giovanile è rinato, ma perchè esordiscono pochi Primavera, per non dire nessuno (è successo ad Edera contro la Roma ma negli ultimi secondi di gioco, ndr)?

"E' incredibile, io ho esordito a 17 anni e mezzo e non ero nemmeno ancora in Primavera. Questo è un limite del nostro calcio, che preferisce prendere giocatori già costruiti invece di rischiare i suoi del settore giovanile".

Longo lo vedresti sulla panchina della prima squadra senza fare esperienza prima?

"Sinceramente lo vedrei meglio fare esperienza in un campionato minore. Anche se c'è il rischio di perderlo se farà bene. Mi sembra uno che può avere una grande carriera da tecnico".

Visto che hai una scuola calcio, sei mai stato contattato dal Torino Academy?

"Sì, qualche tempo fa mi chiamò Coppola, ma poi non sentii più nessuno. Certo che mi piacerebbe farne parte, ne sarei onorato. Noi siamo nell'alta Sabina, abbiamo parecchi giocatori interessanti e potremmo coprire anche una parte dell'Umbria".


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