Megatoro
Fonte: Flavio Bacile per TorinoGranata
Roba da stropicciarsi gli occhi, e se non basta, si può continuare con un pizzicotto, per essere sicuri di essere svegli, questo è stato il secondo tempo del Toro di Ventura a Bergamo, praticamente perfetto. Annichilita l’Atalanta, squadra sempre ostica specialmente in casa, con Colantuono che ha veramente poco da recriminare a fine partita. Per 28’ la squadra di Bergamo ha giocato meglio del Toro, almeno fino al gol di Denis, anche perché i granata sembravano attanagliati da chissà quale sortilegio, tanti errori anche banali, palloni buttati, persi o semplicemente regalati ai padroni di casa. Un Toro troppo timoroso, incapace di uscire palla al piede dalla propria area di rigore, con palloni spesso respinti a casaccio ed una percentuale d’errori troppo elevata, per pensare di uscire da Bergamo con qualcosa di buono in saccoccia.
Lo stesso Ogbonna sembrava lontano parente del giocatore ammirato lo scorso campionato e nelle prime partite di quello in corso, tanto da apparire persino svagato nell’occasione del gol dei nerazzurri. Il pareggio di Bianchi, su rigore, che porta le squadre al meritato riposo, serve al Toro se non altro per riordinare le idee, ed a Ventura per correggere quelle cose che non hanno funzionato nella prima frazione.
Il secondo tempo è un piccolo capolavoro.
Inizia sulla falsa riga del primo, ma la sensazione è che il Toro abbia trovato una quadratura che non aveva nella prima parte del match. Come più volte ho detto, l’arma in più di questa squadra è sicuramente la ripartenza, la fase di transizione insomma, e proprio quella sembra essere l’arma giusta per puntare al bottino pieno. L’impressione è che i bergamaschi comincino a soffrire, e non poco, l’organizzazione offensiva dei granata, che giocano palla a terra, con rapidità e con quel pizzico di fantasia che Cerci riesce a garantire. Il fatto che il Toro passi in vantaggio con Gazzi su palla ferma, non cambia di molto quello che si è già intuito. I granata quando ripartono mettono sempre in crisi i difensori di casa, il gol di Stevanovic, ma anche il secondo di Bianchi confermano quanto sopra. Tra questi s’inserisce il gol di D’Ambrosio, sempre bravo a farsi trovare libero in area di rigore. Insomma un Mega Toro nella ripresa, aldilà dell’Atalanta che ha fatto anche una buona partita.
Che dire, per fare una battuta, la penso esattamente come Colantuono, il Toro è stato abile a concretizzare le solo palle gol che ha avuto. Averne, potrebbe essere il commento più azzeccato. Tornando serio, invece, sostengo che questa squadra ha una sua impronta di gioco, ha una pazienza che è dei forti, e delle individualità importanti, anche in panchina, cosa che non guasta mai in un campionato duro come quello italiano. L’idea che ho è questa, possiamo giocare a calcio contro qualunque avversario, senza doverci preoccupare più di tanto degli altri. Chiaro che non penso si possa vincere con una cinquina ogni partita, volesse il cielo che fosse così, ma uscire dal campo a testa alta sempre e comunque, questo si. Quanto all’obiettivo, pensiamo a salvarci, questo è quello che dobbiamo chiedere alla squadra, pensare ad altro sarebbe solo una perdita di energie nervose. Volare basso è necessario, fare punti, e mettere fieno in cascina, giocando il campionato partita dopo partita.
E, se la somma fa il totale, questi primi otto punti, indicano unicamente che per salvarci occorre farne altri 32.