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Mercato Toro: promosso a luglio, bocciato ad agosto

di Riccardo Billia

Si è sempre rimproverato, a ragione, al presidente Cairo, di aver operato tardivamente negli anni precedenti sul mercato. E i risultati non sono mai stati forieri di enormi soddisfazioni. Le eccezioni riguardano il primo anno della sua era (2005), e due anni fa con l'avvento di Ventura in panchina, guardacaso le uniche annate che hanno regalato gioie, per quanto relative trattandosi di promozioni dalla B alla A. In questa sessione estiva 2013, il Toro è stato uno dei club più attivi prima e durante la prima parte dei ritiri. Dopo aver sonnecchiato, da un certo punto di vista con logica, a causa degli spinosi casi di comproprietà (una peculiarità tutta nostrana, ndr), le trattative sono decollate. L'affaire Ogbonna ha riempito il serbatoio della macchina granata sino a agli ultimi giorni di luglio, quando a Mondovì si è presentato Marcelo Larrondo. Un mese all'insegna dell'oculatezza e della sapienza, senza versamenti di sangue durante il tragitto. Ad agosto c'è stato il blackout. Forse era calcolato o più probabilmente ci sono state incomprensioni a livello tecnico. Di certo l'operazione Ghoulam finirà nel reparto "farsa", mentre quella di Pegolo, in "commedia". Sul primo caso, vive l'attenuante di un ragazzino viziato alla ricerca delle coccole. Ha sbagliato indirizzo. Peccato che Cairo e Petrachi non abbiano virato prima su altri obiettivi, anche perchè la rapidità dell'ingaggio di Pasquale, per quanto tempestiva, dopo il flop Dossena, poteva essere impiegata forse già lo scorso anno.

Sul secondo,spunta un punto interrogativo grande come il centro Sisport. Dopo un tormentone da primo posto in hit parade per la porta ecco approdare Tommaso Berni. Da un quasi probabile numero uno (Pegolo, Amelia, Sorrentino, Viviano i nomi più gettonati) ad un presunto secondo/terzo, considerando le dieci presenze nelle ultime sette annate tra Lazio e Sampdoria, passando per la non felicissima esperienza portoghese di Braga. La verità si svela dinanzi ai nostri occhi: sarà Padelli, quasi neofita per la massima serie a difendere i pali dell'undici di Ventura. Quindi è stato tutto un sogno, durato quasi una stagione. Avanzando a centrocampo, qualcosa scricchiola: Bellomo è talentuoso, ma necessita di una chioccia. Non può essere Farnerud, ancora da oliare per il calcio italiano. Anche in questo caso, agosto è finito come è iniziato; con una girandola di nomi finiti nel dimenticatoio. E' palese dedurre che Vives può far meglio di Valdes per fornire brillantezza alla manovra granata. In attacco, i martellamenti a colpi di Maxi Lopez, Hernandez, Calaiò, Floro Flores, Emeghara non hanno sortito effetti. Punte in grado di finire in doppia cifra non fanno parte della rosa (Cerci è un caso a parte essendo un esterno), escluso sulla carta Immobile, potenzialmente un cecchino dalla buona mira. Il copione è stato lo stesso: settimane di festival inutili. Dunque agosto è stato il mese dei rimpianti o dei calcoli? L'operazione chiusa ieri alle 21.30 fa nutrire dei dubbi sulla seconda ipotesi.