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Meroni, oggi ci prenderebbe tutti a schiaffi

di Marina Beccuti

Chi era Gigi Meroni? Un calciatore, un artista, un rivoluzionario? Semplice, era un artista del pallone che amava vivere libero. Quante volte ci siamo domandati come sarebbe ora Meroni, ce lo chiediamo spesso su chi ci lascia troppo presto. Non è più possibile perchè il destino ha voluto immortalare la grandezza degli eletti facendoli andare via giovani, così da non vederne il declino umano.

I Che Guevara, Luigi Tenco, Ayrton Senna, Jim Morrison e così via, restano nel nostro immaginario come eterni ragazzi, icone di un mondo che avresti voluto fermare ma che invece è andato avanti, mentre loro ci accompagnano in quella ricerca affascinante che si crea tra il tempo e lo spazio, o viceversa. Restano fermi sul punto in cui hanno perso la vita terrena e sono diventate anime. O leggende.

Ieri sera, alla vigilia del 50esimo anniversario dell'addio di Meroni, la Juventus ha perso in casa con una doppietta di un ex granata come Ciro Immobile (anche ex juventino). Chi l'avrebbe mai detto che la Juve schiacciasassi sarebbe stata battuta in casa dalla Lazio? Invece è successo e chissà quanti hanno pensato che Gigi fosse tornato un attimo per dire basta a chi vince troppo, il calcio è bello se fa sognare ed è giusto che lo facciano anche altri.

Sarebbe bello chiedere a Meroni oggi come gli parrebbe questo Toro che ha perso un po' la sua identità, perchè il calcio è cambiato molto, perchè è cambiata la gente, più cattiva, cinica, che non si commuove più perchè poi con gli occhi rossi non viene bene sui selfie.

Meroni amerebbe ancora l'Italia che ha politici peggiori dei giullari delle corti medievali? Accidenti Meroni ci ha lasciato sull'orlo di una rivoluzione epocale e si ritroverebbe proiettato in un mondo reazionario più che eversivo.

Noi preferiamo ricordarlo com'era piuttosto che pensare come sarebbe cresciuto. Perchè nessuno ha rovinato la sua immagine pura, di un ragazzo buono e un campione dalle doti naturali. Nessuno ha avuto il coraggio di togliergli quella maglia granata per un pugno di euro, o cambiargli il numero 7 in due cifre imprecisate. Perchè Meroni è rimasto così, un simbolo di ribellione collettiva che alla fine è tornata indietro, verso un oscurantismo senza precedenti.

Adesso riposati Gigi, ci sono altre imprese da compiere...E poi sì, va bene, due schiaffi, schiaffetti, via, ce li meritiamo un po' tutti, vero Gigi? Ma credici non abbiamo smesso di sognare. Basta solo averne il tempo.


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